Ha perso tutta la sua famiglia nell’incidente della funivia sul Mottarone. Ma non c’è ancora pace per il piccolo Eitan. Il nonno che lo aveva “preso e portato con sé”, ha deciso di patteggiare la sua pena.
Un anno e 8 mesi, insieme a 53mila euro di risarcimento: questo è ciò che offre. Ma per la zia del piccolo si tratta di una pena troppo bassa.
Una tragedia che sconvolse l’Italia intera e non solo. Un’intera famiglia distrutta nella tragedia del Mottarone, quando i cavi di una funivia si spezzarono e la cabina, dove si trovavano Eitan e la sua famiglia, precipitò nel vuoto. Il piccolo fu l’unico a salvarsi e venne affidato alla zia.
Ma i suoi nonni in Israele non erano d’accordo e, per questo motivo, proprio il nonno del bambino decise di “portarlo con sé” per qualche tempo, senza che nessuno sapesse nulla. Un vero e proprio rapimento per la legge italiana, tanto che l’uomo è stato accusato di questo reato, avvenuto l’11 settembre del 2021.
Ora, sembra esserci una svolta poiché il nonno materno ha depositato una richiesta di patteggiamento e lo ha fatto tramite i suoi legali. Un anno ed 8 mesi la richiesta, insieme anche a 53mila euro di risarcimento danni nell’udienza preliminare.
A non esser d’accordo su tutto ciò è la zia del piccolo Eitan, sua attuale affidatari. Una pena che definiscono troppo bassa anche se, ufficialmente, in aula, non si sono opposti, ma fuori dal tribunale il disappunto si è manifestato e come. Nel caso di una decisione positiva da parte del giudice, i soldi che verranno dati dal nonno ad Eitan saranno spesi per i suoi futuri studi e per le sue eventuali cure.
La richiesta è stata depositata al Gup che ha già preso atto del versamento già effettuato, ma si è preso del tempo (almeno fino a giovedì) per decidere. Dall’altro lato, però, la Procura ha sollecitato una sentenza “di non luogo a procedere” per il reato di sottrazione e appropriazione del passaporto del piccolo e, di conseguenza, il patteggiamento richiesto dal nonno si riferisce esclusivamente al sequestro di persona.
La decisione che dovrà prendere il giudice, però, non sembra del tutto scontata. Al centro c’è la tutela del bambino e la possibilità di dargli una vita quanto più serena e tranquilla possibile.
A esprimere la sua opinione è l’avvocato di Aya, zia materna del piccolo al quale è affidato. Secondo l’avvocato Zanalda, sta passando un messaggio sbagliato, ovvero quello che a Pavia reati come quello del sequestro di Eitan siano puniti con pene così basse. Inoltre è la stessa zia Aya a far notare che nessun risarcimento è stato avuto né tantomeno versato da parte del nonno materno del piccolo.
Ciò che resta è che, nonostante tutte le beghe di carattere giudiziario e non solo, Eitan e suo nonno materno, in questi mesi, non hanno mai interrotto i contatti e si sono sempre sentiti al telefono.
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