Per Giuliano De Seta, stagista morto durante un’alternanza scuola-lavoro in fabbrica, non ci sarà alcun risarcimento in quanto non è capofamiglia.
A parlare oggi è il papà che non è interessato ai soldi, ma alla verità sul caso del figlio.
Lo stagista Giuliano De Seta è morto in seguito ad un incidente in fabbrica durante un’alternanza scuola-lavoro, oggi parla il papà che ammette di non essere interessato al risarcimento danni ma solo alla verità sul caso del figlio. Enzo De Seta, il papà di Giuliano, afferma che durante tutto questo tempo non ha chiesto neanche una sola volta all’avvocato di famiglia Luca Sprezzola chiarimenti sulla questione indennizzo. De Seta sapeva perfettamente che gli spettava un risarcimento da parte dell’Inail ma appunto non era per niente interessato a questo aspetto; il dramma che stanno vivendo non è misurabile, afferma.
Il prossimo 10 marzo, per quanto riguarda gli accertamenti sulle dinamiche dell’incidente, ci sarà il cosiddetto incidente probatorio con conseguente perizia dinamica. Sono due le dinamiche possibili, due diverse ipotesi di come potrebbe essere avvenuta la caduta della lastra di acciaio. C’era solo soltanto un operaio che lavorava lì, vicino a Giuliano, che ha affermato di aver visto la scena e quindi il momento in cui è caduto il blocco di acciaio; pare però che ci siano delle incongruenze. Per ora quindi si farà fede soltanto alla perizia dinamica che dovrebbe essere pronta a marzo.
Quando a De Seta viene chiesto come è cambiata la sua vita e quella di sua moglie dopo questa tragica perdita lui risponde:
“Io continuo a fare l’operaio, mia moglie è casalinga. Non abbiamo vita sociale, non abbiamo festeggiato il Natale. L’unica uscita è stata con un’associazione che ha voluto ricordare Giuliano. Abbiamo mangiato una pizza con i ragazzi. Ecco, le visite dei ragazzi a casa ci fanno tanto piacere. Per loro la porta è sempre aperta. Ci ricorda quanto era bello nostro figlio”.
La famiglia del giovane stagista conosceva il titolare dell’azienda, Luca Brugnerotto, e De Seta afferma di essere ancora molto amico con quest’ultimo. Dice di non provare odio nei suoi confronti e non lo considera causa della morte del figlio, non ha intenzione di attribuire la colpa a nessuno; l’unica cosa che vuole, insieme a sua moglie, è sapere cos’è accaduto realmente. Perché in questo momento non riescono proprio a spiegarsi come sia possibile tutto ciò e non riescono a continuare a vivere con un tale punto interrogativo.
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