Sandro Ruotolo del PD ha chiesto alla Rai di non affidare un programma a Filippo Facci, dopo un suo articolo sul caso del figlio di Ignazio La Russa.
Dopo le parole di ieri di Elly Schelin, intervenuta per criticare Ignazio La Russa e i suoi atteggiamenti dopo il caso che ha coinvolto il figlio – accusato da una 22enne di violenza sessuale anni – il PD sferra un altro attacco. Stavolta è stato Sandro Ruotolo, responsabile informazione del partito, a scagliarsi contro Filippo Facci e nella fattispecie riferendosi a un articolo del giornalista sul caso di presunto stupro. La richiesta di Ruotolo alla Rai di non affidargli un programma che sarebbe dovuto partire a settembre: “Il servizio pubblico non può essere dei sessisti”.
Caso La Russa, Ruotolo contro Facci: la richiesta alla Rai
Nelle scorse ore il giornalista Filippo Facci è intervenuto con un articolo sul caso di violenza sessuale che ha coinvolto il figlio di Ignazio La Russa. Leonardo è stato accusato da una ragazza di 22 anni di violenze, e nel giro di poche ore le dichiarazioni del presidente del Senato e dei rispettivi avvocati hanno generato una scia di polemiche. Commenti ampliatisi nella giornata di oggi, con il tema che è stato trattato su diversi quotidiani. Un caso che avrebbe dovuto godere di rispetto visto il delicatissimo ambito, ma che è stato – come purtroppo spesso accade – ben presto strumentalizzato.
Si sono sprecati in queste ore commenti ed editoriali, ma nel caos è emerso tanto per cambiare Filippo Facci. Il controverso giornalista che nel tempo tramite post, articoli, commenti, comparsate televisive, ha generato tantissime polemiche per la sua posizione spesso estrema, ha commentato in un articolo i recenti avvenimenti del caso che ha coinvolto Leonardo La Russa.
Commenti che non sono andati giù a Sandro Ruotolo del PD, il quale ha chiesto alla Rai dopo l’articolo di Facci di rivedere la decisione di affidargli un programma da settembre. Facci infatti avrebbe dovuto curare una striscia da mandare in onda prima del Tg2. Editorialista di Libero, parlando del caso di violenza ha scritto: “Una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina, prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa”. Parole che hanno scatenato forti reazioni anche nel mondo del web, oltre che tra le istituzioni. Di recente anche Selvaggia Lucarelli è intervenuta in denuncia dell’articolo tramite il proprio profilo Instagram.
Ma tornando alla richiesta di Ruotolo, il responsabile informazione del Partito Democratico ha scritto in una nota riferendosi alla Rai: “Il servizio pubblico è di tutti ma non può esserlo dei sessisti, dei razzisti e del pensiero fascista“. La Rai dovrà, a detta del PD, valutare posizione di Facci dopo tali affermazioni, e come Schlein parla di vittimizzazione secodndari. Prosegue la nota: “Conviene alla Rai, al servizio pubblico, affidare un programma a Filippo Facci che si esprime così sul giornale? Può la tv pubblica essere affidata a chi fa vittimizzazione secondaria?”. Ruotolo si rivolge anche al comitato etico della Rai, affermando che pls servizio pubblico non può consentire una lettura del genere sulle donne. L’invito è quello a ripensare all’inserimento di questa figura all’interno del servizio pubblico.
Un articolo privo di diritto di critica, dice Ruotolo, e un linguaggio di violenza che ha invece calpestato ogni forma di umanità e solidarietà: “Non è schermo il fatto che la denuncia della giovane si sia trasformata in un caso politico, come se questo consentisse l’oltraggio verso la querelante”.
Le parole di La Russa e del padre delle ragazza
Anche l’atteggiamento di Ignazio La Russa era stato duramente contestato da parte del PD. Le sue dichiarazioni, che avevano fatto riferimento non solo all’innocenza del figlio dopo un “interrogatorio” da parte del presidente del Senato ma soprattutto alla “dubbia tempistica di denuncia” erano state descritte nella giornata di ieri dalla segretaria Elly Schelin come disgustose. Parole che “minano la credibilità di tutte le donne che denunciano le violenze” ha detto la leader del PD.
In difesa del senatore è invece arrivata Eugenia Roccella, la ministra per la Famiglia e per le Pari opportunità ha detto di non volere entrare nei casi individuali e nelle reazioni di una persona che ha un rapporto di affetto: “E’ il padre dell’eventuale indagato” ha detto Roccella, che ricorda come La Russa sia stato il primo a proporre una manifestazione di soli uomini contro la violenza sulle donne.
Durissimo invece Alessandro Zan, il quale su twitter ha denunciato fortemente le parole di Ignazio La Russa. Su Twitter Zan esordisce con un secco “basta” per poi fare riferimento ancora al pericolo di queste parole in relazione alla credibilità delle donne che denunciano le violenze: “La ministra per le Pari opportunità lo giustifica, dovrebbe difendere però le famiglie di questo Paese, non quelle dei colleghi di partito“.
Basta. Il Presidente del Senato mina la credibilità delle donne che denunciano violenza e la Ministra delle Pari Opportunità lo giustifica. Roccella dovrebbe difendere tutte le famiglie di questo Paese, non solo quelle dei colleghi di partito.
— Alessandro Zan (@ZanAlessandro) July 9, 2023
In queste per anche il padre della ragazza che ha accusato Leonardo La Russa ha rotto il silenzio. Intervenuto a La Repubblica si è augurato che il peso politico del padre possa non influire sulle indagini e sul giudizio finale: “Se verrà dimostrato quello che racconta mia figlia, e io credo a mia figlia, lei resterà segnata per tutta la vita”. La giovane verrà ascoltata entro domani dai pm, ai quali racconterà la sua versione dei fatti. La ragazza, 22 anni, era una ex compagna di scuola di Leonardo La Russa e i due si erano incontrati lo scorso 18 maggio in un locale molto esclusivo di Milano. La giovane ha raccontato di essersi svegliata a casa del ragazzo, e di non ricordarsi niente. In queste ore si stanno esaminando i cellulari di alcuni dei ragazzi coinvolti nella vicenda e presenti a quella serata, mentre ci sarà da capire l’eventuale ruolo di altre due persone, pare due amici del figlio del presidente del Senato.