Rischia un processo per omicidio colposo il medico di Maria Grazia Di Domenico. La 27enne era morta durante un intervento ginecologico di routine.
Dopo il rinvio a giudizio, il medico di Maria Grazia Di Domenico rischia il processo per omicidio colposo. L’accusa di negligenza e imprudenza per il chirurgo di Santa Famiglia di Roma. A novembre fissata la data dell’udienza preliminare, mentre la famiglia della vittima, deceduta a solo 27 anni, chiede giustizia e accusa il medico.
Maria Grazia Di Domenico è morta in seguito a un intervento di conizzazione all’utero a soli 27 anni.
Originaria di Cava de’ Tirreni, la giovane il 17 maggio 2021 era stata ricoverata per un intervento di conizzazione dell’utero, ossia la rimozione di una parte di tessuto per prevenire il carcinoma.
Il medico, che aveva eseguito l’operazione, unico finito nel registro degni indagati, era stato accusato di omicidio colposo.
Adesso rischia di finire a processo il medico della struttura Santa Famiglia di Roma, mentre il Tribunale ha fissato per il prossimo 9 novembre la data dell’udienza preliminare.
In tale data si deciderà sul rinvio a giudizio del ginecologo della clinica, che è al momento dunque indagato per omcidio.
Si passa dunque dallo scorso marzo quando la pm Daniela Maria Francesca Cento aveva comunicato la fine delle indagini fino a maggio, quando era stato chiesto dal pubblico ministero il rinvio a giudizio.
A gennaio i consulenti della Procura inoltre, avevano tramite una perizia affermato che la morte della ragazza era avvenuta in maniera riconducibile all’errore chirurgico.
La famiglia di Maria Grazia non si arrende e continua la battaglia legale. Supportata da Carlo Carrese e Damiano Carrese, i genitori della vittima hanno accusato il medico di essere il responsabile della morte della 27enne. Accusa dunque di imprudenza, negligenza e Imperizia per il medico, difeso da Luigi Annunziata.
Secondo quanto sostenuto dall’accusa, il medico avrebbe erroneamente perforato l’utero e l’intestino durante la conizzazione.
I familiari e i legali della vittima sostengono inoltre che, nel post operatorio dopo i dolori allo stomaco di Maria Grazia il medico non avrebbe mai pensato che si potesse trattare di un errore durante l’intervento o di una complicanza. Piuttosto il chirurgo avrebbe invece ipotizzato si potesse trattare di un’appendicite, di una risposta allergica ad antibiotici o di influenze intestinali.
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