Durante la notte tra il 5 e il 6 luglio, qualcuno ha tagliato tutte e quattro le ruote della macchina di Pietro Orlandi. I carabinieri hanno aperto un’indagine sulla vicenda, non si esclude che si possa essere trattato di un gesto intimidatorio collegato al caso Orlandi.
L’auto era parcheggiata a Borgo Santo Spirito, a due passi da Piazza San Pietro. A quanto pare, l’unica auto che è stata sfregiata sarebbe proprio quella di Pietro Orlandi.
Nella notte tra il 5 e il 6 luglio ignoti hanno sfregiato la macchina di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela. A quanto pare, l’uomo avrebbe trovato tutte e quattro le ruote della sua auto tagliate.
La vicenda sarebbe accaduta a Borgo Santo Spirito, a due passi da Piazza San Pietro, luogo in cui Pietro aveva parcheggiato l’auto.
Immediatamente dopo essersi accorto del fatto, l’uomo si sarebbe recato dai carabinieri di Piazza Cavour per denunciare l’accaduto.
A riportare la notizia è stato il blog “Notte Criminale”, il quale si occupa di inchieste riguardanti proprio il caso Orlandi.
In ogni caso, i carabinieri hanno aperto un’indagine sull’accaduto e, a quanto pare, sono state acquisite le videocamere di sorveglianza del luogo.
Lo sfregio all’auto di Pietro Orlandi avviene a pochi giorni dall’anniversario della scomparsa di Emanuela e dopo che il caso è stato riportato al centro dell’attenzione.
Infatti, da qualche mese è stato deciso di aprire una nuova inchiesta in Vaticano per cercare di portare luce su questa contorta e inquietante vicenda.
Inoltre, la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha istituito una commissione bicamerale d’inchiesta per la scomparsa di Emanuela.
In tale occasione Pietro Orlandi affermò:
“Siamo molto contenti per quanto accaduto oggi in Senato. La ricerca della verità e della giustizia appartiene a tutti gli uomini di buona volontà e oggi il Senato ha dato prova di volere chiarezza e trasparenza sulla vicenda di Emanuela. Adesso che si vada subito in aula”.
Dunque Pietro, il fratello di Emanuela, non si è mai fermato in tutti questi anni, con l’intento di ricevere la verità su ciò che è accaduto alla sorella.
Soprattutto non ha mai avuto paura di esporsi, urlando a gran voce e utilizzando qualsiasi mezzo possibile, pur di smuovere il sistema verso la ricerca della verità. Proprio per questo, non si esclude che ciò che è accaduto alla sua auto, potrebbe essere un gesto intimidatorio collegato al caso della sorella.
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