La giunta immunità del Senato ha deciso di negare l’autorizzazione a procedere per diffamazione contro Salvini nel caso Rackete: 10 voti a favore.
Con 10 voti favorevoli, 3 contrari e 2 astenuti la giunta del Senato delle elezioni e immunità ha deciso di rigettare la richiesta di autorizzazione a procedere per diffamazione contro l’imputato Matteo Salvini, nel caso Rackete del 2019. L’allora ministro dell’Interno usò tramite dei post su Twitter appellativi contro la comandante della Sea Watch 3 come “zecca tedesca“, “complice degli scafisti” e “sbruffoncella“. Quattro anni fa l’inizio la lotta alla Ong tedesca divenne uno dei primi simboli della criminalizzazione ai soccorsi in mare. La capitana un anno fa venne però assolta da tutte le accuse.
La giunta immunità del Senato ha votato in favore di Matteo Salvini, accogliendo la richiesta del relatore contro l’autorizzazione di procedere all’imputazione per diffamazione per l’attuale vicepremier. Autorizzazione negata dunque con 10 voti favorevoli, 3 contrari tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle e due astenuti di Scalfarotto di Italia Viva e Cucchi di Avs).
La decisione dei senatori è arrivata nella giornata di oggi, mentre si attenderà l’approvazione definitiva in Aula per l’immunità. Dunque la giunta ha negato l’autorizzazione a precedere per diffamazione contro l’allora ministro dell’Intero che usò su twitter confronti di Carola Rackete su twitter, nel 2019, appellativi come zecca tedesca“, “complice degli scafisti” e “sbruffoncella”, per l’insindacabilità di cui gode il Senatore Matteo Salvini.
Nel giugno del 2022 il processo, al tribunale di Milano, era stato interrotto per l’accoglimento della questione preliminare presentata da Claudia Eccher, avvocato di Salvini, la quale adesso è diventata membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura.
Per quanto riguarda le accuse al capitano della Sea Watch 3, il decreto del 20 dicembre 2021 della Procura di Agrigento aveva disposto – con la richiesta del pm – l’archiviazione del caso. Nel gennaio 2022 dunque, appena un anno fa, è arrivata l’assoluzione per Carola Rackete, accusata di favoreggiamento all’immigrazione irregolare aggravato e rifiuto di obbedienza a nave da guerra, per i fatti risalenti al giugno del 2019 quando la nave tedesca venne fatta sbarcare a Lampedusa e la capitana arrestata.
Uno dei primi simboli del centrodestra della lotta e della criminalizzazione dei soccorsi in mare sfociata poi – inevitabilmente – con la salita al governo di Giorgia Meloni e con il successivo decreto Ong, adesso legge.
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