Sul corpo di Giulio Regeni gli stessi segni di tortura rinvenuti “sugli egiziani morti in custodia dello stato” ad affermarlo è un nuovo rapporto di Amnesty International in cui viene denunciata la scomparsa e la tortura di centinaia di persone nei primi mesi del 2015.
Amnesty rileva nell’Agenzia per la sicurezza nazionale egiziana il principale responsabile di rapimenti e torture e di conseguenza anche della scomparsa e poi uccisone del ricercatore friulano.
“La sparizione forzata di Giulio Regeni ha attratto l’attenzione dei mezzi d’informazione di ogni parte del mondo. Le autorità egiziane si ostinano a negare qualsiasi coinvolgimento nella sua sparizione e uccisione, ma Amnesty International rivela le similitudini tra i segni di tortura sul suo corpo e quelli sugli egiziani morti in custodia dello stato. Ciò lascia supporre che la sua morte sia stata solo la punta dell’iceberg e che possa far parte di una più ampia serie di sparizioni forzate ad opera dell’Nsa e di altri servizi d’intelligence in tutto il Paese” è quanto si legge nel rapporto dell’Organizzazione Internazionale.
“Egitto: ‘Tu ufficialmente non esisti’. Sparizioni forzate e torture in nome del contrasto al terrorismo” è il titolo del rapporto che rivela “le scioccanti e spietate tattiche cui le autorità egiziane ricorrono nel tentativo di terrorizzare e ridurre al silenzio manifestanti e dissidenti”. Una consuetudine quella delle scomparse e delle torture ai danni di studenti e attivisti, “le sparizioni forzate sono diventate uno dei principali strumenti dello stato di polizia in Egitto. Chiunque osi prendere la parola è a rischio. Il contrasto al terrorismo è usato come giustificazione per rapire, interrogare e torturare coloro che intendono sfidare le autorità”. Il rapporto denuncia 17 casi di persone soggette a sparizione forzata e detenzione illegale attraverso anche una serie di testimoniante delle torture praticate.