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I giudici della terza corte d’appello di Milano hanno condannato Lele Mora a 6 anni e 1 mese, in parziale riforma rispetto alla sentenza di primo grado con la quale era stato condannato a 7 anni, perché hanno ritenuto che i reati di induzione e favoreggiamento della prostituzione siano stati commessi in continuazione rispetto alla bancarotta della sua società LM mangament, per la quale è già stato condannato. Anche la pena di Emilio Fede, condannato in primo grado a 7 anni è stata rideterminata in 4 anni e 10 mesi (e non 5 anni come scritto in precedenza).
L’ex direttore del Tg4 è stato assolto dal reato di induzione alla prostituzione di Ruby, com’era già avvenuto in primo grado, e riqualifica il reato di favoreggianti della prostituzione nei confronti di Ambra Battilana, Chiara Danese e Imane Fadil in “tentativo di induzione alla prostituzione”. A Nicole Minetti, condannata in primo grado a 5 anni, sono invece state concesse le attenuanti generiche e la pena è stata ridotta a 3 anni. I giudici della terza corte d’appello di Milano hanno anche rigettato “gli appelli proposti dalle costituite parti civili Danese Chiara e Battilana Ambra” che avevano chiesto risarcimenti da 400 mila euro ciascuna. Le motivazioni verranno depositate entro 90 giorni.
Emilio Fede non sapeva che Ruby non aveva ancora compiuto 18 anni, per questo l’accusa di favoreggiamento della prostituzione minorile è stata riqualificata in favoreggiamento della prostituzione e non in un tentativo di induzione come scritto in precedenza. E’ quanto emerge dal dispositivo della sentenza d’appello sul caso Ruby, nel quale il collegio presieduto dal giudice Arturo Soprano assolve Fede dall’accusa di induzione alla prostituzione delle ragazze maggiorenni per non aver commesso il fatto, ma ne conferma la colpevolezza in ordine per favoreggiamento della prostituzione. I giudici hanno anche riqualificato nei suoi confronti l’imputazione di induzione e favoreggiamento della prostituzione di Ambra Battilana, Chiara Danese e Imam Fadil, trasformandola in tentata induzione alla prostituzione.
Il commento di Lele Mora
“Sono soddisfatto della sentenza. Sono emozionato, perché se fossi finito carcere si nuovo il mio fisico non avrebbe potuto reggere“. Lo ha detto Lele Mora, condannato in appello a 6 anni e 1 mese per la vicenda Ruby bis, dopo la lettura della sentenza da parte dei giudici della terza corte d’appello di Milano. “Ho già pagato – ha aggiunto Mora – perché sono finito in carcere in isolamento per 14 mesi, trattato peggio di un terrorista“. “Non mi pento di quello che ho fatto – ha aggiunto Mora – perché se uno si pente non è uomo“.
Il legale di Emilio Fede: “Non finirà in carcere”
L’avvocato Maurizio Paniz, che difende Emilio Fede assieme alla collega Alessandra Guerini, ha intenzione di fare ricorso in Cassazione contro la condanna a 4 anni e 10 mesi inflitta al suo assistito in secondo grado. l’avvocato ha rilevato come in secondo grado sia caduto “il reato di istigazione alla prostituzione” e siano stati riqualificati gli altri capi di imputazione, decisione che ha determinato una riduzione della pena . “Le sentenze vanno rispettate e la Corte d’Appello ha dimostrato di essersi impegnata molto“, ha detto Pani sottolineando che anche se fede dovesse essere condannato in Cassazione “non finirà in carcere” ma vista la sua età potrà chiedere i domiciliari.
Il legale di Nicole Minetti: “E’ innocente”
“Non va ancora bene cosi perché siamo certi che Nicole Minetti sia sicuramente innocente e che quindi non debba scontare alcuna pena“. Lo ha affermato Paolo Righi, che difende con Pasquale Pantano la ex consigliera regionale Pdl, condannata a 3 anni in appello per la vicenda Ruby. L’avvocato Righi ha quindi annunciato l’intenzione di ricorrere in cassazione, sottolineando però che “con pene fino a 3 anni, anche in caso di conferma in Cassazione, Nicole non andrà in carcere e questo per noi è un parziale risultato anche se il nostro obiettivo è dimostrare la sua totale innocenza“.