Torniamo a parlare del caso delle cooperative gestite dai familiari di Soumahoro, ora la Procura di Latina ha emesso misure interdittive per la Karibu.
Inoltre è stato ordinato il divieto di contrattare per un anno con la pubblica amministrazione ed esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche.
Si parla moltissimo in questo periodo di quello che è diventato il caso Soumahoro, ovvero la mala gestione di alcune cooperative da parte della compagna e della suocera. Il deputato si è autosospeso dall’Alleanza Verdi e Sinistra Italiana di cui faceva parte anche se fin dall’inizio si è dichiarato estraneo ai fatti, tuttavia la sua immagine ne ha risentito molto poiché per primo si batteva per i diritti delle persone difese da queste cooperative.
La prima è la Karibu, per l’accoglienza dei migranti nella zona dell’agro pontino, in provincia di Latina. Questa era guidata dalla suocera Marie Terese Mukamitsindo e avente consigliera la compagna Liliane.
La seconda cooperativa è il Consorzio Aid, che ora è stato sciolto e si occupava di inclusione e diritti. Al centro del caso Soumahoro ci sono i presunti stipendi non pagati ai lavoratori e l’indagine è partita dopo la denuncia del sindacato Uiltucs.
Le società si occupavano di accogliere i migranti, compresi i minori e i richiedenti asilo, gestendo vari servizi dedicati a loro e fa storcere il naso che proprio la famiglia del deputato sia coinvolta in questo sfruttamento perché lui in primo luogo si è sempre battuto per la causa, fondando addirittura la Lega Braccianti nel 2020.
Fino a poco tempo il deputato si era detto estraneo agli “affari” di moglie e suocera per quanto riguarda i mancati pagamenti e le irregolarità contrattuali, chiarendo di non essere coinvolto in nessuna indagine.
I Carabinieri acquisirono documenti all’interno degli uffici di entrambe le società e sono seguiti accertamenti in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro, che ha ascoltato coloro che lavoravano nelle cooperative e alcuni hanno confermato che da tempo non venivano pagati.
“l’indagine è puramente esplorativa, io non c’entro nulla e non sono stati ipotizzati reati. nessuno getterà fango sulla mia immagine”
aveva postato Soumahoro, ma ora sono emersi dettagli moto gravi.
Nell’inchiesta è spuntato un nuovo particolare nel corso del dibattito in Commissione Tributaria in Campidoglio. Sembra che il Comune di Roma abbia versato in 9 anni ben 3 milioni di euro alla Karibu fino a quando i tecnici non hanno scoperto un’irregolarità, infatti la società non aveva il Durc in regola.
Questo documento attesta la regolarità dei pagamenti all’Inps, all’Inail e alla Cassa Edile. Dal 2009 è obbligatorio per ogni società che lavora in appalto o subappalto.
Così, senza il Documento Unico di Regolarità Contributiva a norma, i versamenti sono stati congelati e i rapporti della cooperativa con il Campidoglio, iniziati nel 2013, si sono interrotti.
La Procura di Latina è intervenuta con un nuovo intervento, ovvero una misura cautelare interdittiva del divieto di contrattare con l’amministrazione pubblica e di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche, entrambi della durata di un anno.
Inoltre è stato sequestrato preventivamente il profitto del reato, ovvero 650mila euro totali nei confronti di 3 indagati, con riferimento alle fatture emesse per operazioni inesistenti negli anni fra il 2015 e il 2019.
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