La Corte di Cassazione ha stabilito che la masturbazione in un luogo pubblico non è più un reato penale. La Suprema Corte ha infatti annullato la condanna a tre mesi di reclusione inflitta a Pietro L., colpevole di essersi masturbato davanti alle studentesse della cittadella universitaria a Catania. L’uomo era stato condannato in Appello nel maggio del 2015.
Preso atto del decreto legislativo dello scorso gennaio che prevede la depenalizzazione dell’atto osceno, i giudici hanno deciso di annullare la condanna inflitta all’uomo “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”. Una disposizione che si applica anche se l’accaduto è antecedente all’entrata in vigore del decreto stesso.
Pietro L. dopo la condanna in primo e secondo grado aveva presentato ricorso sostenendo che l’episodio era stato del tutto occasionale e aggiungendo che l’atto era avvenuto in “condizioni di ridotta visibilità”.
L’uomo non finirà in carcere ma dovrà pagare una multa piuttosto salata, la cifra varia dai 5 mila ai 30 mila euro. Sarà il Prefetto di Catania a stabilire a quanto ammonterà la sanzione da infliggere all’imputato.