La scorsa settimana il recupero al largo di Catania di 2 tonnellate di cocaina: da tempo la città è punto di arrivo di grandi carichi di stupefacenti.
Uno dei sequestri più ingenti mai effettuati in Italia, quello della scorsa settimana a Catania secondo gli agenti della Guardai di Finanza. Non c’è da stupirsi, visto che la città etnea è diventata da tempo una chiave per il trasporto di droga da parte dei narcotrafficanti, collegando Sudamerica, Africa ed Europa.
Erano 70 pacchi legati insieme in una rete, al centro una luce come segnalatore. Nelle acque di Catania 2 tonnellate di cocaina, per un valore di 400 milioni di euro e 1.700 panetti di cocaina imballata in pacchi impermeabili.
Il ritrovamento in mare è stato uno dei sequestri più importanti mai effettuati sul territorio nazionale, e non c’è da stupirsi che sia avvenuto a Catania, visto che la città è diventata da tempo una chiave per il trasporto di droga da parte dei narcotrafficanti, collegando Sudamerica, Africa del Nord ed Europa. Sia per quanto riguarda il traffico aereo, che quello navale.
Non è casuale nemmeno che il carico sia stato trovato in acqua. E’ prassi nel traffico navale che la droga venga lasciata al largo, e che i narcotrafficanti seguendo delle coordinate ben precise che segnalano la posizione, vengono mandati al recupero con motoscafi in grado di navigare anche in mare aperto, portando così gli stupefacenti a terra senza rischi e in maniera rapida.
Altro metodo è quello di inserire, come avvenuto lo scorso autunno sempre a Catania, il carico in un container di frutta tropicale. A ottobre erano stati confiscati 110 kg di cocaina provenienti dall’Ecuador al porto, così come altri carichi erano stati bloccati in aeroporto.
Secondo il rapporto del 2021 dell’Antimafia infatti la provincia di Catania era stata individuata come snodo fondamentale per l’importazione dal Sud America. La Dia ha parlato di struttura criminale organizzata con collegamenti al cartello di Sinaloa, ossia uno dei più spietati e famosi del Messico, che nel tempo hanno compiuto anche diversi atti criminali con collegamenti in Spagna, in Italia e in America del Sud.
Il territorio catanese risulta dunque anche per gli agenti dell’Antimafia, probabilmente con il consenso delle mafie siciliane, si siano insinuati nel territorio anche i narcotrafficanti. Le cosche, sostiene sempre la Dia, è alleata da tempo con le associazioni malavitose sudamericane. Sono le famiglie Santapaola, gli Ercolano, i Mazzei, i La Rocca, i Lamacca, ad avere avuto rapporti diretti, in termini di importazione e di gestione con i cartelli della droga.
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