Una bambina di soli 5 mesi è morta a causa di un’appendicite non curata ma, soprattutto, non riconosciuta dalla dottoressa e scambiata per un’infezione urinaria. Ora la professionista è stata condannata.
Il medico è ritenuto colpevole di omicidio colposo ed è stata condannata ad un anno. È accaduto all’ospedale di Cattolica. Vediamo cosa è successo nello specifico.
Non riconobbe che si trattava di appendicite e, anzi, la curo come se fosse stata un’infezione urinaria. La piccola, dopo qualche tempo è deceduta. Sulla base di una serie di elementi, i suoi genitori hanno chiesto che si facesse chiarezza e giustizia. Anche se i fatti risalgono all’anno 2017, ieri è arrivata la sentenza: una dottoressa è stata condannata ad un anno con pena sospesa.
Lei, dottoressa del pronto soccorso dell’ospedale di Cattolica, in provincia di Ravenna, è stata accusata di omicidio colposo per colpa medica. Stando a quanto riferito dai consulenti della Procura che ha indagato sulla vicenda, la bambina, di soli 5 mesi, è morta per le conseguenze di una peritonite. Ma sarebbe sopravvissuta se la dottoressa l’avesse trattenuta in osservazione presso il pronto soccorso quando vi fu portata o, meglio ancora, avesse provveduto al suo trasferimento all’ospedale pediatrico di Rimini.
Per la Procura, alla base ci sarebbe stata anche l’inesperienza della dottoressa al pronto soccorso. Lei era una giovane alle prime armi ed esperienze mediche e la mancanza di strumenti per la diagnostica, aveva condotto ad un fatale esito finale.
La piccina, dopo esser stata portata al pronto soccorso e visitata dalla dottoressa, era stata rimandata a casa, con la diagnosi di una semplice infezione urinaria e curata come tale. Ma dopo due giorni, la piccola è deceduta a causa della perforazione dell’appendicite.
Oltre alla condanna ad un anno per la dottoressa, con pena sospesa, in sede di giudizio penale, ad esser condannata è stata anche l’Ausl a risarcire con 270mila euro per i genitori della piccola e, invece, con 170mila euro il fratellino della piccola deceduta.
La dottoressa, oggi 36enne, nel luglio del 2017, non si accorse che la bambina, così piccola ed arrivata al pronto soccorso dell’ospedale di Cattolica accompagnata dai suoi genitori, aveva un’infiammazione dell’appendicite. La piccola arrivò in ospedale in braccio alla mamma, molto preoccupata poiché la bambina accusava un forte dolore nella parte destra del ventre ed aveva, anche, febbre molto alta, accompagnata anche dal vomito.
Fu visitata dalla dottoressa al pronto soccorso che, ipotizzando una infezione alle vie urinarie, la dimise prescrivendo delle analisi in merito alla sua diagnosi, dicendo alla madre di ritornare l’indomani per ritirare la ricetta medica. Ma la piccola continuava a star male, soffriva di inappetenza ma, soprattutto, la febbre era sempre molto alta.
Due giorni dopo, la mamma trova la sua bambina in uno stato di semi coscienza nel suo lettino. Di lì a poco, la bimba sarebbe morta. Sul suo corpicino fu eseguita l’autopsia che certificò che era morta per setticemia, a causa dall’appendicite retrocecale, degenerata in peritonite.
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