È stata catturata una tartaruga azzannatrice a Capena, in provincia di Roma. Il nome scientifico è Chelydra serpentina ed è molto pericolosa.
L’esemplare di quasi due anni è stato recuperato dai militari forestali di Monterotondo, che hanno collaborato con l’esperto zoofilo Andrea Lunerti per portare avanti l’operazione nel rispetto dell’animale. La specie è originaria del Nord America ed è molto pericolosa per l’uomo e la salute pubblica perché estremamente aggressiva, specialmente se si sente minacciata. Fra l’altro si trova in un habitat decisamente diverso dal suo e quindi avrebbe rischiato di morire.
Volgarmente possiamo chiamarla tartaruga azzannatrice per via della sua spaventosa bocca che le dona un aspetto che incute paura. Questo rettile si chiama scientificamente Chelydra serpentina ed è stata segnalata a Capena, appena fuori Roma, da un residente che l’ha trovata fuori dalla sua abitazione. L’esemplare è in buona salute, ha una lunghezza del carapace di 27 centimetri e letalità a parte, è uno spettacolare animale esotico che decisamente non dovrebbe trovarsi a Roma.
Lunerti ha rilasciato un’intervista al Messaggero complimentandosi con l’umo che a segnalato la presenza della tartaruga, poiché questo è stato un grande gesto di responsabilità e civiltà. Prima di farlo si è fatto aiutare dalla figlia per identificare la specie e dopo aver capito che era una tartaruga particolarmente mordace, non si è avvicinato ma l’ha spinta in un grande secchio per poi avvisare le autorità.
Da qui l’invito a seguire l’esempio in caso ci fossero avvistamenti analoghi, ovvero non toccare l’animale ma allertare subito il 112, nel frattempo tenendolo d’occhio per evitare che aggredisca qualcuno, poiché il morso può portare conseguenze gravissime.
La detenzione e la vendita di questa specie è vietata nel nostro Paese perché le tartarughe azzannatrici rientrano nelle specie considerate pericolose per l’incolumità, però spesso arrivano tramite circuiti illegali e poi in seguito vengono abbandonate perché ci si rende conto che non sono proprio le classiche compagne di gioco per i propri bambini.
Già l’anno scorso sempre a Roma un’altra tartaruga della stessa specie era stata ritrovata nella fontana di un condominio a Monteverde. In quel caso, stava per mordere una bambina che si era avvicinata ma il padre l’ha salvata in tempo.
Si tratta di una delle testuggini di acqua dolce più grandi del mondo, insieme alla testuggine alligatore. Il carapace può arrivare a circa 50 centimetri di lunghezza e ha un corpo molto robusto, con coda lunghissima. L’apparato muscolare è ben sviluppato, specialmente quello del collo, che consente a questo animale di sferrare morsi improvvisi che ricordano l’atteggiamento del serpente, da qui appunto il suo nome.
Questa tartaruga è molto aggressiva, soprattutto se è fuori dal suo ambiente naturale, quindi l’acqua, elemento che costantemente cercherà nel corso della sua vita, indipendentemente da dove si trova. Si nutre di altri animali come pesci e piccoli uccelli che riesce ad azzannare facilmente tramite gli scatti repentini del collo.
Questa capacità ne ha comportato il rischio per l’uomo, che quando incontra vive come un nemico che vuole farle del male e quindi istintivamente per proteggersi sferra il suo morso potente con la grande bocca che ha una forza impressionante e può causare gravissimi danni alla vittima.
È possibile trovarla in acque stagnanti e melmose, ama la vegetazione e non disdegna laghi e fiumi. Di certo città come Roma non sono fra i suoi habitat ma purtroppo come dicevamo viene importata in modi illegali da persone che allevano gli esemplari quando sono piccoli per poi rilasciarli in età adulta. Queste azioni sconsiderate stanno trasformando la tartaruga azzannatrice in una specie aliena in molti ambienti dove in realtà non dovrebbe trovarsi.
I recuperi in Italia hanno una lunga storia e negli anni ne sono state ritrovate tantissime, specialmente in provincia di Roma. Oltre a quelle a Capena e a Monteverde infatti, abbiamo un ritrovamento nel 2020 a Monterotondo, uno nel 2015 a Velletri, una nel 2011 ad Anguillara.
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