Volodymyr Zelensky, non è una novità, sarà ospite dell’ultima serata del Festival di Sanremo, sabato 11 febbraio. Ad annunciarlo, qualche giorno fa, è stato il conduttore della kermesse canora, Amadeus, che ha precisato che è stato lo stesso presidente dell’Ucraina a chiedere, tramite Bruno Vespa, di partecipare all’evento ligure e che lui è stato ben lieto di accettare.
L’intervento di Zelensky sarà registrato, quindi non sarà presente fisicamente a Sanremo, ma questo non toglie che quello che vuole dire potrebbe non piacere ad alcune persone. Tra comitati e organizzazioni che si sono schierati contro la Nato, e quindi non direttamente contro l’Ucraina – non sono neanche dalla parte della Russia e di Vladimir Putin -, anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha fatto sapere che preferirebbe che a parlare sul palco dell’Ariston fosse solo la musica. Ma non è l’unico politico (o ex) a essersi schierato contro l’ospitata del presidente ucraino, posizioni molto meno soft hanno avuto anche Alessandro Di Battista e Maurizio Gasparri.
Manca sempre meno all’inizio della 73esima edizione del Festival di Sanremo, e ogni giorno che passa, tra indiscrezioni e conferme, il parterre degli ospiti di Amadeus, il padrone di casa per la quarta volta di fila della kermesse canora più importante d’Italia, aumenta di numero.
Dai Pooh ai Black Eyed Peas, da Albano Carrisi a Salmo, passando per i vincitori dell’ultima edizione, Blanco e Mahmood, sono tanti i cantanti che ci terranno compagnia dal 7 all’11 febbraio. Per l’ultima serata, in cui il conduttore veneto verrà affiancato dall’influencer e imprenditrice Chiara Ferragni, oltre che da Gianni Morandi, è previsto anche un intervento del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.
Il capo di Stato del Paese che a febbraio dello scorso anno è stato attaccato dalle forze armate di Vladimir Putin manderà un video in cui parlerà, presumibilmente, agli italiani di quello che sta vivendo l’Ucraina, e, sempre probabilmente, anche della necessità dell’aiuto di tutti gli Stati che già stanno contribuendo alla resistenza e alla controffensiva contro i russi.
L’annuncio dell’ospitata è stato fatto direttamente dal direttore artistico del Festival di Sanremo che ha spiegato che si è riusciti ad averla tramite l’intermediazione di Bruno Vespa, a cui il presidente ha chiesto di poter parlare in diretta televisiva, e che lui (Amadeus) è stato felice di accettare.
Ma per chi è ben lieto di ascoltare, con le canzoni in gara (e non solo), le parole di Zelensky – molto spesso accusato di eccessivo protagonismo e di ci sono altri personaggi, e persone che, invece, non lo sono affatto, e tra questi ci si può mettere anche Matteo Salvini. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del governo di Giorgia Meloni, nonché segretario della Lega, incalzato dai cronisti sull’invio dei carri armati all’Ucraina durante una visita alla fiera Homi, a Rho, nel milanese, ha detto che spera “che Sanremo rimanga il festival della canzone italiana e non altro“. “Avranno fatto le loro valutazioni – ha spiegato ancora -, quello che spero è che la guerra finisca il primo possibile e che il palcoscenico della città dei fiori rimanga riservato alla musica. Se avrò tempo di guardare il Festival, sarà per ascoltare le canzoni e non per ascoltare altro“.
Se la posizione di Salvini, criticata dall’ex deputato del Partito democratico Filippo Sensi, si può definire soft, non lo è quella di Torquato Cardilli che, in un intervento sul blog di Beppe Grillo, ha sottolineato l’onnipresenza del numero uno ucraino sui media, e non solo.
Tra gli esponenti che un tempo hanno fatto grande il MoVimento 5 stelle, anche Alessandro Di Battista. L’ex deputato pentastellato, da sempre molto scettico sul sostegno dell’Occidente e della Nato al Paese invaso dalla Russia, si è schierato contro l’intervento di Zelensky sul palco dell’Ariston: “L’Europa al posto di ragionare ha spento il cervello. E gran parte dell’informazione le va dietro“, ha scritto su Facebook.
Sia l’ex parlamentare, meglio portavoce, sia l’autore televisivo Carlo Freccero, sia l’attore Mini Ovadia, tra l’altro, hanno fatto sapere che il giorno della finale della kermesse canora parteciperanno a un evento, chiamato “controfestival“, che è stato organizzato anche dal comitato DuPre, ovvero Dubbio e Prevenzione, un’organizzazione che era nata inizialmente per riunire persone contrarie al Green Pass e ai vaccini contro il Covid-19 e passata, ora, a sostenere posizioni critiche verso la Nato e gli Stati Uniti, oltre che piuttosto benevole nei confronti della Russia, di cui fa parte anche il filosofo Massimo Cacciari.
Ma quella di DuPre (tra gli altri) non è l’unica contro manifestazione per l’ultima serata del Festival. Anche Diego Costacurta, un membro di un collettivo chiamato “Pecora Nera“, ha annunciato che organizzerà una protesta per le strade di Sanremo, contro quella che definisce “propaganda bellica” durante il principale programma di intrattenimento.
Tornando alla maggioranza di governo, anche qualcun altro ha polemizzato con la scelta di Zelensky di partecipare alla serata di conclusione del programma di Amadeus. Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato in quota Forza Italia, intervistato da Radio Radicale, ha detto che trova “sorprendente l’accostamento tra i balletti e le canzoni di Sanremo con l’aggressione all’Ucraina“.
“Ho un grande rispetto per il popolo ucraino, dalla cui parte io e tanti altri esponenti politici restiamo accanto senza alcuna esitazione. Su questo Paese aggredito e bombardato dalla Russia non devono esserci dubbi. Anche per il Festival di Sanremo – ha precisato – ho un grande rispetto. Nel passato anche Gorbaciov e qualche altro esponente politico ha calcato questo palco, ma sinceramente mischiare la tragedia del popolo ucraino con il televoto delle canzoni non mi pare un accostamento opportuno“. Per lui, ha concluso, vivendo in un frullatore mediatico è difficile e, ancora, sorprendente che si possa passare “da un balletto a una canzonetta e poi denunciare l’aggressione all’Ucraina“.
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