Fin quando può, e non viene bloccata dall’influenza, Giorgia Meloni è ovunque. La nostra prima presidentessa del Consiglio donna è stata inserita da Politico nella classifica dei 28 personaggi più potenti in Europa, e lei è a capo di quelli che sono stati definiti “cattivi”. Non ci vanno giù leggeri, tra l’altro, dal quotidiano: la leader di Fratelli d’Italia, infatti, è considerata “la Duce”.
Tra i personaggi influenti, c’è ovviamente anche Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina, che viene definito l’europeo da Politico: è lui l’uomo copertina. Mentre tra i più influenti c’è Robert Habeck, ministro dell’Economia e del Clima tedesco, che viene considerato come il vero cancelliere al posto di Olaf Scholz.
Meloni è la prima dei cattivi per Politico
È la settima donna più potente al mondo per Forbes, è la prima presidentessa del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana, e la leader del partito più votato, e, ora, Giorgia Meloni è anche la più cattiva per Politico. Il quotidiano, infatti, ha annoverato la nostra premier tra i 28 personaggi più importanti e più influenti d’Europa, e guida la classifica di quelli che vengono considerati disgregatori. Ma perché?
Secondo loro, la “Duce“, così viene chiamata, “sta facendo ogni sforzo per presentarsi come non minacciosa“. D’altronde, dopo aver sostenuto “l’uscita dell’Italia dall’eurozona e si è opposto alle sanzioni contro Mosca dopo che la Russia ha invaso la Crimea nel 2014“, ora si sta accreditando come una “grande fan della Nato“, propone una linea contro Vladimir Putin e non intende in alcun modo lasciare l’Unione europea, piuttosto vorrebbe cambiare qualcosa. Anche in campagna elettorale prima delle politiche del 25 settembre, hanno detto ancora, ha sconfessato l’ideologia fascista in un video in francese, inglese e spagnolo, spiegando di essere più vicina ai “conservatori britannici, i repubblicani statunitensi e il Likud israeliano“.
Peccato, però, che “quando gli eurocrati non stanno a guardare, Meloni dà il massimo inveendo contro l’immigrazione, la propaganda di genere e la correttezza politica“. A pesare sono anche le sue idee sull’aborto, il cui facile accesso è stato paragonato all’essere parte di una cultura della morte, è contro l’islamizzazione dell’Europa e ha definito barbari i sostenitori del Black Lives Matter, insomma: non è cambiata poi così tanto.
E arriva prima anche di Viktor Orban, il primo ministro ungherese a cui lei tende e che è stato il suo principale interlocutore, o di Keir Starmer, il leader dei Laburisti britannici. Arriva prima persino di Sergej Lavrov, il ministro degli Esteri russo, che è dipinto come il diplomatico oscuro, e arriva persino prima del numero uno del Cremlino, che manco c’è nella classifica dei cattivi, a dir la verità.
Zelensky è il personaggio dell’anno, Habeck è il vero cancelliere della Germania. Putin è il sognatore perdente
Non è, però, Meloni il vero personaggio dell’anno in Europa per Politico, che invece incorona il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, considerato, appunto, l’europeo per antonomasia nonostante neanche faccia parte dei 27, perché se il nostro continente sta cambiando e “sta rivalutando le proprie relazioni strategiche, facendo sul serio in difesa, ripensando le politiche su commercio, adesione e sicurezza energetica“, il merito va proprio all’ex comico.
Già in passato, hanno spiegato dal quotidiano, il suo Paese era stato minacciato da Mosca, ma ora le cose sono cambiate perché è stato lui a convincerci che il futuro dell’Europa è legato all’Ucraina grazie a una retorica e una comunicazione fatta di termini brutali ma veri. La sua battaglia è anche la nostra e fa quello che vuole. Quindi “se vuole armi, le ottiene, anche se questo significa invertire la politica di vecchia data della Germania di non venderle. Se vuole sanzioni, le ottiene, anche se ciò significa che l’Europa attraversa una crisi energetica e un inverno difficile con prezzi del gas alle stelle“.
I problemi che c’erano prima dell’invasione, “corruzione diffusa, un’economia debole, divisioni sociali tra ucraino e russofoni”, sono stati trascurati, perché “la sua reputazione di presidente di guerra schietto che combatte la buona battaglia è tutto ciò che l’Occidente vede al momento“.
E dunque è Zelensky il più importante. Anche più di Robert Habeck, il ministro dell’Economia tedesco, che è considerato il vero cancelliere della Germania, e che guida la classifica degli esecutori, in cui ci sono anche Christine Lagarde, la presidentessa della Banca centrale europea, Recep Tayyip Erdogan, il presidente della Turchia, e persino Marine Le Pen, la veterana e l’avversaria numero uno di Emmanuel Macron in Francia.
Quanto ai sognatori, la migliore è la premier della Finlandia, Sanna Marin. La più giovane dei 28 – ha appena 36 anni -, oltre a essersi schierata nell’asse atlantico, assieme alla Svezia, è vista come una rarità in un mondo, come quello della politica, popolato da “dinosauri maschi“.
L’ultimo della lista dei dreamers è proprio Putin, il vero perdente. Perché il suo sogno di una Russia più grande, così come era stato durante il periodo sovietico, si è scontrato contro la realtà dei fatti: Kiev resiste, e la campagna di reclutamento dei soldati è stata fallimentare. Questo, però, non significa che non si continuerà ad andare avanti, anzi: realizzare il suo piano proseguirà nell’essere “un incubo per i suoi vicini” e in Europa ci sarà ancora “un’inflazione dilagante, prezzi dell’energia alle stelle, penuria di fertilizzanti e carenze di gas che metteranno sotto pressione l’economia e il sistema politico“.