In Italia, la mancanza di medici di base è tangibile. Alla base di questa penuria, ci sono specifiche motivazioni. Ecco quali sono.
Sempre meno medici di base in Italia. Ciò deriverebbe dal fatto che le borse di studio non sono pagate per bene e dal fatto che, in concreto, la professione è diventata impiegatizia. Una situazione che riguarda tutte le regioni dello Stivale. All’ultimo concorso, tenutosi in Lombardia, si sono presentati meno candidati rispetto ai posti disponibili.
Si registrano sempre meno medici di base nel nostro paese. Come spiega il dottor Fabrizio Marrali, dottore di famiglia a Rogoredo da oltre trent’anni, tale professione non attira molto le giovani leve, in quanto, “Il medico di base è una professione che con il tempo è diventata sempre meno attrattiva”.
Le sue parole trovano riscontro soprattutto in quanto accaduto all’ultimo concorso indetto dalla Regione Lombardia per il quale erano previsti 868 posti: sul posto, però, si sono presentati 520 studenti.
Un altro motivo di scoraggiamento risiede nella borsa di studio elargita a chi frequenta il corso triennale in medicina generale, che ha un tetto più basso rispetto a quelle previste per pediatria, chirurgia generale e per le scuole di specializzazione. In sostanza, l’importo è la meta di quelle conferite per questi ultimi corsi di studio.
Nel dettaglio, vediamo che uno specializzando in chirurgia generale ottiene una borsa di studio mensile che si aggira intorno ai 1.600 euro. A un tirocinante in medicina generale, invece, viene conferita una borsa di studio tra gli 8 e i 900 euro. Pertanto, molti giovani preferiscono investire in un percorso di specializzazione che possa garantire loro una borsa di studio più cospicua.
A scoraggiare ulteriormente i giovani a intraprendere un percorso di medicina generale non è solamente l’aspetto economico, seppur molto importante. A far scendere il numero di iscrizioni a questo tipo di corso di formazione è anche la burocrazia che vi ruota intorno.
Infatti, come fa notare il dottor Marrali “la parte clinica è residuale“, in quanto i dottori di famiglia impiegano, gran parte del loro tempo, a compilare certificati e ricette. Una situazione che riguarda tutti i medici di base, da nord a sud Italia.
Bisognerebbe, dunque, non solo incrementare le somme delle borse di studio relative a questo percorso di studio, ma dare anche maggiore legittimazione a questa specifica professione, per invogliare i dottori del futuro ad intraprendere tale percorso.
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