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Cronaca

C’è stata una maxi ispezione nell’ex hotel dove viveva la piccola Kata

Alle 8 di questa mattina è scattata una maxi ispezione nella struttura dove la piccola Kata viveva con la madre a Firenze.

Ispezione dell’ex hotel Astor e dei cassonetti all’esterno – Nanopress.it

Dal 10 giugno non si hanno più notizie della bambina peruviana, scomparsa in un giorno soleggiato in cui stava giocando nei pressi della sua abitazione con il fratellino e gli amici. Le telecamere la riprendono fino a un minuto prima della scomparsa e nessuno sembra sapere dove sia. Fra racket degli affitti, dal momento che le famiglie quello stabile l’hanno occupato, fino alle discussioni con i “vicini”, il mistero della scomparsa di Kata si infittisce sempre di più e ora gli investigatori, che all’inizio si erano allontanati anche fuori dal perimetro, sono tornati a concentrarsi sulla struttura dove fino a 20 anni fa sorgeva l’hotel Astor.

Maxi ispezione nella struttura dove abita Kata

I controlli a tappeto sono scattati alle 8 di questa mattina, quando l’ex hotel Astor è stato oggetto dell’attività di controllo dei carabinieri, che stanno cercando tracce utili a ritrovare Kata. È dal 10 giugno che la madre non ha notizie di lei e in un momento di folle dolore ha addirittura tentato di togliersi la vita ingerendo della candeggina, cosa analoga a quella che ha fatto il padre della piccola dal carcere dove era rinchiuso. Ora è in libertà con obbligo di firma, per poter stare vicino alla compagna in questo momento terribile. Lui stesso ha dichiarato che in passato ci sono stati diversi problemi di “vicinato” e violente litigate in cui spesso si è arrivati alle mani, tuttavia è impensabile mettere in mezzo una bambina di 5 anni che non c’entra nulla con tutto ciò.

Lo pensa anche una vicina di casa, ascoltata di recente, che però dice che la famiglia sa chi sono i responsabili e probabilmente hanno voluto vendicarsi di qualche screzio.

I genitori di Kata – Nanopress.it

Kataleya fa parte di una delle tante famiglie sudamericane e rumene che occupano lo stabile, nel terrore che i gruppi criminali locali li caccino via per una rata d’affitto non pagata. Questa la pista seguita dagli inquirenti, che raccogliendo diverse testimonianze hanno scoperto che gli abusivi che vivono nella struttura dal settembre dell’anno scorso, erano costretti a pagare affitti a diversi gruppi locali – peruviani e rumeni – che chiedevano fino a 1.500 euro per una stanza.

In totale ci vivono 140 persone ma possiamo parlare al passato perché ieri il palazzo è stato definitivamente sgomberato. Ora i carabinieri lo stanno passando al setaccio con un maxi controllo a cui partecipano anche i tecnici del Gruppo d’intervento speciale delle forze dell’ordine. L’obiettivo è quello di rivoltare tutte le stanze e i corridoi, fino agli angoli più nascosti alla ricerca di tracce della bambina.

Poco fa, più o meno intorno alle 10, gli agenti hanno iniziato anche a svuotare i cassonetti all’esterno della struttura. Si apre così una nuova fase dell’indagine e per la prima volta il palazzo è completamente nelle mani degli investigatori, che quindi potranno esaminarlo in maniera definitiva e approfondita. Già il giorno seguente alla scomparsa c’era stato un primo controllo da parte di carabinieri e Vigili del fuoco ma non accurato come questo e chi indaga non vuole lasciare nulla di intentato.

Lo sgombero

Secondo la Procura c’è il pericolo che l’occupazione dell’ex hotel Astor agevoli o protragga le conseguenze del reato, per questo motivo ieri è stato sgomberato, alla presenza del questore.

Le operazioni, iniziate alle 7, si sono concluse alle 16 e fra gli occupanti c’erano circa 50 bambini. Ora il palazzo è stato riconsegnato al curatore fallimentare e ci sono i sigilli, solo le autorità possono accedervi.

Della piccola ancora nessuna traccia e proprio perché a una settimana dalla scomparsa non si hanno notizie, si è deciso di liberare la struttura per verificare più a fondo. Proprio le condizioni di accesso all’ex hotel infatti, secondo la Procura, avrebbero comportato un serio rischio.

Durante le operazioni di sgombero, sul posto è giunta Kathrina, la mamma di Kata, per raccogliere i suoi effetti personali. Stessa cosa fa lo zio della bambina insieme alla moglie.

Da alcuni giorni i familiari di Kataleya non abitano più nel palazzo, infatti sono stati spostati in un alloggio gestito dai servizi sociali del Comune fiorentino di Novoli. Anche gli altri nuclei sono stati trasferiti con dei pulmini delle cooperative sociali e ora lo stabile è completamente vuoto.

Al lavoro al suo interno ci sono anche i pompieri che con l’aiuto di diversa attrezzatura stanno forzando alcune porte trovate chiuse.

Da tempo il Comune aveva chiesto che lo stabile fosse sgomberato ma solo questo tragico evento lo ha reso effettivamente possibile. Mancava infatti il decreto di sequestro che doveva essere chiesto dalla Procura ma i fatti hanno accelerato la procedura.

Gli investigatori continuano a indagare su questa scomparsa apparentemente inspiegabile, almeno stando a quello che dice la madre. Inquietante il dettagli delle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso Kata appena un minuto prima che svanisse nel nulla.

Le ultime immagini di Kata – Nanopress.it

La bambina peruviana è stata ripresa mentre lascia la mano del fratellino per entrare nell’edificio, poi non è più uscita. Per questo motivo gli inquirenti si stanno concentrando sugli spazi labirintici dell’enorme stabile ma anche su un edificio nelle vicinanze perché un testimone ha raccontato di aver visto un uomo che portava lì la bambina mentre questa piangeva disperata. Proprio qui forse è stata trattenuta per alcune ore prima di essere portata altrove.

I militari lavorano su più piste, quella ufficiale ha portato all’apertura di un fascicolo per sequestro di persona a scopo di estorsione. Si parla di una ritorsione verso la famiglia, poiché alcuni familiari sono frequentemente coinvolti in scontri fra clan.

Ora si attendono gli esiti del sopralluogo odierno, dove il Gis sta utilizzando apparati tecnici sofisticati per rilevare anche gli elementi che a occhi nudo non vengono colti. Tutti noi ci uniamo in un grande abbraccio alla famiglia sperando che la bambina, vittima collaterale di un mondo fatto di delinquenza e vita al margine, possa tornare presto dalla mamma. Però vista la quantità di giorni trascorsi, molti temono in un triste epilogo.

Ora gli occhi sono puntati sull’esito delle ricerche di oggi, nella speranza che queste portino gli inquirenti ad avvicinarsi ai responsabili e in tutto ciò aleggia il terribile sospetto che la famiglia e i vicini sappiano qualcosa, che ancora non è emerso.

Claudia Marcotulli

Diplomata in grafica pubblicitaria, amo l'arte, la natura, gli animali, la grafica, la fotografia e la scrittura.

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