Il consigliere della Lega Alcide Mosso è stato di recente travolto dalle critiche per aver fatto domande sull’aborto e sul cambio di sesso. Nello specifico, cioè, aveva chiesto che venisse fuori quanto donne avessero interrotto volontariamente la loro gravidanza e quante persone volessero cambiare genere anagrafico, due temi tra l’altro caldissimi di questi ultimi anni.
Alle domande di Mosso, le donne del Gruppo misto e del PD hanno risposto gridando allo scandalo e definito le sue richieste “offensive e irricevibili”, parlando di oscurantismo. Nel frattempo lui si è difeso dicendo che la sua era solo un richiesta ai fini statistici, strumentalizzata poi dagli altri. Anzi, il consigliere della Lega sostiene di aver spezzato il tabù su questi temi con le sue domande.
Le domande di Alcide Mosso sull’aborto e sul cambio di genere
Quello che sta accadendo a causa dei censimenti del consigliere della Lega Alcide Mosso sta letteralmente indignando l’opinione pubblica di tutto il Paese. Cosa ha chiesto esattamente? Che venisse fuori quanto donne avessero abortito e quante persone avessero cambiato sesso, due temi tra l’altro caldissimi di questi ultimi anni.
Il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza e l’inclusione sono infatti argomenti assai dibattuti, su cui trovare un’unica opinione condivisa in modo universale è assolutamente impossibile: entrambi spaccano sempre in due tutto il Paese.
Tornando a Mosso e al suo “censimento”, lui si è difeso dicendo che la sua era solo un richiesta ai fini statistici, strumentalizzata poi da altri. Anzi, il consigliere della Lega sostiene di aver spezzato il tabù su questi temi con le sue domande.
Entrando più nel dettaglio, cosa voleva sapere esattamente?
Il contenuto delle richieste
Come abbiamo ampiamente anticipato, i suoi interrogativi erano essenzialmente due e riguardavano il tema dell’aborto e del cambio di sesso anagrafico.
Per quanto riguarda la prima sfera, Mosso esattamente ha chiesto “quante donne che si sono presentate nelle strutture del servizio sanitario del Comune di Ferrara per effettuare l’interruzione volontaria di gravidanza per motivi economici, sociali, psicologici, lavorativi, famigliari, hanno poi proseguito nel percorso nel periodo tra il 2011 e il 2021” ed anche “il numero di giorni intercorsi fra l’attivazione delle procedura e l’intervento di Ivg”.
Ma non finisce neanche qui, perché Mosso ha anche chiesto una rilevazione statistica in tutta la Regione dei casi di aborto volontario.
Per quanto riguarda la seconda sfera, invece, la sua domanda era “se e quante persone abbiano attivato il percorso di modifica di sesso anagrafico” e di queste quante fossero maggiorenni e quante minorenni, sempre nello stesso arco di tempo (cioè i dieci anni dal 2011 al 2021).
Cos’è successo dopo? Entrambe le sue richieste sono state ritirate. C’è da dire che queste sono arrivate tra l’altro anche in un momento in cui un polverone era già stato alzato dal disegno di legge presentato dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri il 13 ottobre in cui chiedeva la modifica dell’articolo 1 del codice civile in materia di riconoscimento della capacità giuridica del concepito. Tradotto, l’articolo prevede che questa inizi nel momento della nascita, mentre la richiesta di Gasparri l’avrebbe anticipata nel momento del concepimento. Cosa avrebbe comportato? Che se una donna avesse deciso di abortire, sarebbe potuta essere accusata di omicidio.
Per questa proposta, il senatore di Forza Italia aveva ricevuto non poche critiche. Tra queste possiamo citare le parole di Laura Boldrini (Pd), che l’aveva definita inaccettabile e avrebbe parlato di “estremismo” della destra, ma anche quelle di Carlo Calenda, leader di Azione, che aveva urlato a gran voce di rivolere Draghi addirittura e di Giuseppe Conte, leader del M5S, che aveva affermato senza mezzi termini “se vogliono guidare l’Italia in questa direzione andranno a sbattere contro un muro, noi”.
Insomma è chiaro che un enorme terremoto c’era già stato solo pochi giorni fa. A scuotere ulteriormente il Paese poi ci hanno pensato anche le richieste di Mosso, che già in passato era finito nel mirino per via della sua proposta di istituire un cimitero dei feti a Ferrara.
La prima comunque a scagliarsi contro di lui è stata Anna Ferraresi, consigliera del Misto, che ha richiesto una commissione urgente. Accanto a lei, la consigliera Pd, Ilaria Baraldi, che parlando di Mosso ha definito la sua visione del mondo “oscurantista”, “dominata dalla ortodossia del maschio italico”. Ma anche Stefania Ascari, deputata del M5S, che ha affermato: “Prima le leggi anti-aborto in Parlamento, poi i censimenti, poi cos’altro? Le interrogazioni sono state ritirate dopo il clamore sollevato, ma è chiaro a tutti ormai che donne, persone Lgbtq+ e minoranze saranno sempre più nel mirino di questa destra, che proprio sul piano della lotta ai diritti vorrà dar prova di tutta la propria forza. Un triste déjà vu”.
Ovviamente però le critiche sono arrivate anche dal mondo del web che, saputa la notizia, è letteralmente insorto. Un esempio? Adam Atik, presidente dell’associazione “Cittadini del mondo di Ferrara” sui social ha scritto: “Per quale motivo bisognerebbe venire a conoscenza di questi dati? Qual è la motivazione se non quella di lucrare su una continua ed inutile propaganda basata sul calpestare la dignità delle persone? Oggi categorizziamo le persone in questo modo, domani proponiamo di segregarli in quartieri specifici?”.
Insomma pare che gran parte del Paese sia attualmente indignato per quello che è accaduto.