CeBIT di Hannover: il tramonto di una fiera un tempo interessante

C’era una volta il CeBIT di Hannover. E c’è ancora, anche se ormai si può considerare solo il fantasma di quello che era uno dei più sontuosi e importanti saloni di tecnologia europei. Se si chiede a un non appassionato di tecnologia cosa sia stato presentato al CeBIT sicuramente rimarrà basito su cosa diavolo sia la fiera stessa, ma più in generale se si chiede anche a un appassionato un parere – ed è proprio qui la cosa grave – si rimarrà comunque con un’espressione da ameba, senza alcuna risposta. Già, perché ormai il CeBIT sta vivendo la propria stagione peggiore. L’ultima?

Una volta il CeBIT di Hannover era un piccolo CES, ma poi il Consumer Electronics Show originale ha fatto valere in modo definitivo le proprie ragioni e tutti i produttori hanno deciso di dedicarsi alla fiera in Nevada passando poi da Barcellona per il Mobile World Congress per il settore puramente dedicato a smartphone (e più recentemente tablet e accessori) saltando a pie’ pari al Computex di Taipei a Taiwan che è diventato il vero punto di riferimento del settore computer, con tante presentazioni, mega stand e un sacco di novità. Sarà poi il turno di IFA di Berlino recuperare un po’ di “generalismo” seppur girando intorno al segmento degli elettrodomestici.

Le novità? C’è lo smartphone Samsung Galaxy XCover 3 resistente alle cadute fino a 1,2 m di altezza e all’immersione in acqua fino a un metro di profondità per 30 minuti con Android 5.0.1 Lollipop, display mediocre da 800 x 480 da 4,5 pollici, processore quad-core da 1,2 GHz, 8 GB di memoria integrata, fotocamera posteriore da 8 MP e batteria da 2.200 mAh. C’è il collega TrekStore WinPhone con schermo HD, processore Qualcomm Snapdragon 200 quad-core da 1,2 GHz, 1 GB di RAM, fotocamera posteriore da 8 MP e batteria da 1.750 mAh. Poi il device tutto in uno HP Sprout, con schermo 23 pollici e una risoluzione Full HD, il portatile Fujitsu Lifebook U745, il tablet BlackBerry e il SecuTablet.

LE NOVITA’ DEL CEBIT 2015 DI HANNOVER

Poco, troppo poco per ciò al quale eravamo abituati nelle edizioni precedenti con tantissime ufficializzazioni di primo piano. Qui invece siamo davanti a prodotti anche curiosi, ma di almeno terza o quarta fila ed è un grande peccato, ma è la logica che le società seguono da ormai qualche anno. Ossia di dedicare poca energia ai grandi eventi collettivi concentrandosi più su quelli singoli e monomarca così da catturare anche tutta l’attenzione della stampa. Tramonto di un congresso una volta densamente popolato di spettatori e dispositivi? Probabilmente sì.

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