Una cellula jihadista è stata sgominata a Venezia con l’accusa di voler progettare un attentato: gli aspiranti terroristi, secondo gli inquirenti, erano pronti a farsi esplodere sul Ponte di Rialto, causando centinaia di morti. In un blitz la polizia ha arrestato tre kosovari e fermato un minorenne.
L’indagine, coordinata dalla Procura distrettuale antimafia e antiterrorismo di Venezia, ha permesso di sgominare questa cellula jihadista dopo mesi in cui i tre kosovari erano stati seguiti e intercettati. Le loro relazioni sociali e i luoghi frequentati hanno messo in luce la loro radicalizzazione islamica. Dopo aver ascoltato le intercettazioni in cui i tre potenziali terroristi stavano progettando un attentato a Venezia, gli agenti hanno deciso che era arrivato il momento di passare all’azione. «A Venezia guadagni subito il paradiso per quanti miscredenti ci sono qua. Metti una bomba a Rialto»: è uno dei contenuti delle frasi intercettate. E così questa notte, verso le 4, è scattato un blitz in un palazzo vicino al teatro La Fenice, in centro storico. I tre, sospettati di volersi immolare facendosi saltare in aria sul Ponte di Rialto, una delle principali attrattive di Venezia, sono stati fermati.
In manette sono finiti Fisnik Bekaj, 24 anni, residente in provincia di Treviso, Dale Haziraj 25 anni e Arjan Babaj, 27 anni, residenti a Venezia. Questi ultimi lavoravano come camerieri in un ristorante. Insieme a loro è stato fermato un minorenne. I kosovari sospettati di voler compiere un attentato a Venezia erano tutti in possesso di regolare permesso di soggiorno. Ancora un buon lavoro di prevenzione da parte delle forze dell’ordine: merito anche loro se in Italia, almeno finora, non sono stati fatti attentati.