Secondo il centro di ricerca socio-economica Censis, il quadro attuale dell’Italia è piuttosto negativo da un punto di vista economico. La pandemia ha messo davvero in difficoltà milioni di famiglie, private di un reddito stabile che garantisca la copertura delle spese fondamentali.
Stando al Secondo Rapporto Censis-Tendercapital sui Buoni Investimenti, 5 milioni di italiani non riescono “a mettere in tavola un pasto decente” mentre 7,6 milioni hanno constato un calo del tenore di vita. E ancora, 23,2 milioni di italiani hanno avuto a che fare con redditi famigliari ridotti, 2 milioni sono stati duramente colpiti dalla prima ondata della pandemia e 9 milioni hanno chiesto denaro in prestito a parenti o banche.
Un quadro che mostra come la produzione e i consumi calati a picco, nonostante una breve ripresa in estate, siano sintomo di una minor capacità d’acquisto dei cittadini e in generale di una maggiore prudenza nella spesa vista l’incertezza del futuro.
Infatti, il 60% della popolazione pensa che nel prossimo anno potrebbe perdere il lavoro o il reddito. Ad aver messo in conto di poter non avere più un reddito è il 53% della popolazione con un reddito basso, mentre il 42% degli italiani prevede una possibile disoccupazione. Difficile quindi che in questo momento si facciano investimenti, spese extra o accessorie, in passato considerate più normali. Questo corrisponde a una catena negativa di posti di lavoro, consumi, spese, ecc
Inoltre, gli italiani si dichiarano favorevoli all’82,3% al mantenimento in Italia della produzione dei beni e strumenti fondamentali in questo momento, dai dispositivi di difesa ai macchinari medici, e contrari (86 %) all’utilizzo dei medesimi oggetti provenienti da paesi che non seguono norme sociali e sanitarie adeguate
Anche sul fronte di impiego e occupazione, i dati non sono particolarmente rosei, soprattutto per quanto riguarda il gender gap. Nel secondo trimestre 2020, il tasso di occupazione femminile è stato del 48,4% (-2,2% rispetto al 2019), mentre quello maschile del 66,6% (-1,3%). Quasi venti punti di differenza. Il 34,8% delle donne ha constatato un peggioramento del proprio impiego, con un sensibile aumento di stress e fatica, stessa considerazione fatta dal 23,9% degli uomini.
La disparità sociale aumenterà man mano che si procede con l’epidemia. Lo dimostra anche l’impossibilità del 40% della popolazione con basso reddito ad accedere ai servizi internet, contro un 1,9% di coloro con reddito medio alto. Differenze economiche e sociali quindi si inaspriranno.
Stando al rapporto del Censis però, la popolazione italiana è sempre più attenta alla sostenibilità, mostrando una maggiore sensibilità nei confronti di temi come il rispetto sociale e ambientale. È una priorità per il 65,1%, ma bisogna rispettare sia ambiente che lavoratori. Il 76,4% degli italiani sostiene che le norme ambientali abbiano penalizzato coloro che hanno meno possibilità economiche: il 53,2% (il 61,2% di chi ha reddito basso e il 56,9% deii millennial) è contrario all’applicazione di ulteriori tasse su mezzi e caldaie inquinanti e il 74,6% (il 78,6% tra i laureati e 80,4% tra i millennial) contro l’aumento dei biglietti dei mezzi pubblici finalizzato all’acquisto di mezzi più ecologici. Insomma, le persone prima dell’ambiente.
Il presidente del Censis, il professor Giuseppe De Rita ha commentato questo rapporto sostenendo che per uscire da questa situazione servano coesione sociale e un buon welfare. Gli italiani hanno bisogno di ritrovare la fiducia nel futuro, attualmente persa, anche perché “la pandemia ci lascerà una società impaurita, più diseguale, alla ricerca della crescita. Non sarà lo stato a debito a lenire le sofferenze, ci vorrà lo sforzo di tutti i soggetti, le imprese e i mercati“. Secondo De Rita quindi, non sarà solo lo Stato a doversi impegnare con norme e leggi, ma anche la finanza, gli imprenditori e i mercati affinché si appianino queste differenze sempre più evidenti.
Moreno Zani, presidente di Tendercapital, ha sottolineato l’unicità del 2020 con le sue difficoltà economica e sanitarie, ma anche sociali: “Non dobbiamo però dimenticarci delle conseguenze a livello sociale della pandemia, che rischiano di diventare davvero gravi: aumento delle disparità sociali, gender gap, paure e incertezze. Gli italiani indicano chiaramente che una società inclusiva, sostenibile, equa è la priorità del nostro tempo, con grande sensibilità sociale“.
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