Avanza una nuova variante di Covid: si tratta di Centaurus, che sta destando preoccupazione tra i virologi e che si sta diffondendo nel Regno Unito.
I virologi hanno espresso preoccupazione per l’emergere di un’altra variante di Omicron in rapida diffusione, che sta velocemente guadagnando terreno in India ed è già arrivata nel Regno Unito. Si tratta di Centaurus. Ecco cosa c’è da sapere.
Covid, arriva la nuova variante Centaurus
La variante BA.2.75 – soprannominata “Centaurus” – è stata rilevata per la prima volta in India all’inizio di maggio.
Nel paese, da allora, i casi sono aumentati vertiginosamente – e apparentemente più velocemente di quelli della variante BA.5 estremamente trasmissibile, che è presente anche in India e sta rapidamente sostituendo la variante BA.2 precedentemente dominante in molti paesi.
BA.2.75, da inizi maggio, è stata rilevata anche in circa 10 altri paesi, tra cui Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Germania e Canada.
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie l’ha designata come “variante sotto monitoraggio“: ciò vuol dire che potrebbe essere più trasmissibile o associata a malattie più gravi, ma il tutto resta ancora da valutare.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta monitorando la nuova variante, sebbene il suo capo scienziato, il dottor Soumya Swaminathan, abbia affermato che non ci sono ancora campioni sufficienti per valutarne la gravità.
Un numero considerevole di mutazioni
Oltre alla sua apparente rapida crescita e all’ampia diffusione geografica, i virologi sono rimasti sorpresi dal numero di mutazioni contenute in BA.2.75, rispetto a BA.2, da cui è probabile che si sia evoluto. “Ciò potrebbe significare che ha avuto la possibilità di evolvere in maniera diiversa, rispetto a una stirpe virale già di successo“, ha affermato il dottor Stephen Griffin, virologo dell’Università di Leeds.
“Non sono tanto le mutazioni esatte, quanto il numero/combinazioni“, ha affermato il dottor Tom Peacock, virologo dell’Imperial College London, che è stato il primo a identificare Omicron nel novembre 2021. “È difficile prevedere l’effetto di tante mutazioni che appaiono insieme: conferisce al virus una proprietà un po ‘”jolly” in cui la somma delle parti potrebbe essere peggiore delle parti prese individualmente”
Griffin parla, dunque, dell’impressionante capacità del virus di tollerare i cambiamenti nella sua proteina spike, la parte che usa per infettare le cellule e su cui si basa la maggior parte dei vaccini Covid.
“L’anno scorso, molti erano convinti che Delta rappresentasse un culmine evolutivo per il virus, ma l’emergere di Omicron e il vasto aumento della variabilità e dell’evasività degli anticorpi è un segno che non possiamo, come popolazione, seguire un piano simil-influenzale per mantenerci al passo con l’evoluzione virale“, ha detto Griffin.