Anche in Italia si torna a parlare di energia prodotta nelle centrali nucleari dopo l’allarme lanciato in Francia da Pierre-Franck Chevet, presidente dell’Ente per la sicurezza nucleare, che in una intervista a Le Figaro ha dichiarato con disarmante sincerità che “La situazione del nucleare in Francia è diventata molto preoccupante”. Ma perché ci interessa così da vicino cosa accade oltralpe? Perché nonostante si sia pronunciata sul nucleare con il referendum del 1987, difatti l’Italia compra elettricità dalla Francia (sei centrali su 58 lavorano solo per dare energia elettrica agli italiani) che la produce anche in alcune delle centrali nucleari che si trovano proprio vicino al confine. E anche se si è chiarito lo scopo precauzionale dell’intervento, è scattato una sorta di allarme, visto che ben diciotto reattori nucleari in dodici siti sono fermi o in procinto di essere fermati per controlli e manutenzione necessarie non solo per l’usura del tempo ma anche per errori nell’uso dei materiali di costruzione. Ma dove si trovano di preciso le centrali nucleari francesi vicino al confine con l’Italia?
CENTRALI NUCLEARI A RISCHIO IN FRANCIADodici siti nucleari francesi sono fermi o sul punto di esserlo nel quadro di un piano “di sicurezza a tutela della cittadinanza”. Per manutenzione, quindi. Il problema immediato di cui gli esperti si sono resi conto è la tenuta dell’acciaio degli involucri dei reattori, che potrebbe non trattenere il vapore radioattivo in caso di incidente. Il presidente dell’Ente per la sicurezza nucleare Chevet prosegue con lo svelare alcuni dettagli inquietanti dell’inchiesta a cui ha lavorato: “Siamo passati da una cattiva sorpresa all’altra. La nostra inchiesta ha portato alla luce pratiche inaccettabili fin dall’inizio degli Anni 60. Quattrocento dossier sono stati censurati presso la fucina di Creusot, dove si forgiano i reattori, per nascondere anomalie. I documenti appaiono deliberatamente falsificati”.
(In aprile 2015 alcuni attivisti di GreenPeace attaccarono uno striscione sul ponte della Concordia a Parigi per ricordare al presidente Francois Hollande la promessa di ridurre l’uso del nucleare del 50% entro il 2025)
PERCHE’ L’ITALIA COMPRA ENERGIA DALLA FRANCIA?L’Italia rappresenta un caso unico in Europa per la quantità di energia elettrica che importa dall’estero, ovvero circa il 15% del suo fabbisogno (nel 2015 40 terawattora solo dalla Francia, su una domanda complessiva di 315 terawattora). Come qualcuno ricorderà, gli italiani, con il referendum abrogativo del 1987 hanno detto ”no” al ricorso al nucleare come forma di approvvigionamento energetico. Ma i quesiti del referendum, così come furono formulati, non permisero agli italiani di esprimersi su un altro punto fondamentale: se permettere di comprare o meno energia elettrica prodotta da centrali nucleari all’estero. Ecco perché ancora oggi l’Italia può comprare energia nucleare dalla Francia. E vista la vicinanza delle centrali, e l’allarme dell’Authority francese sulla sicurezza nucleare (Asn), vien da sé che il rischio di un disastro ambientale nel nostro Paese non è del tutto escluso.
(trentennale del disastro nucleare a Cenobyl)
DOVE SONO LE CENTRALI FRANCESI VICINE ALL’ITALIA?Nonostante siano passati 30 anni resta davvero indelebile il ricordo di Cernobyl, e senza dimenticare il disastro che ha cambiato il Giappone in seguito al terribile incidente di Fukushima, dopo le notizie giunte da Parigi sulle indagini effettuate e sui fermi successivi è scattato l’allarme sulle centrali nucleari della Francia che sono collocate a ridosso del confine italiano. In questa mappa possiamo vedere tutti i siti in colpo d’occhio. Alcuni sono davvero a pochissimi chilometri dall’Italia.
Le centrali attualmente operative in Francia sono: Belleville, Blayais, Bugey, Cattenom, Chinon, Chooz, Civaux, Cruas, Dampierre, Fessenheim, Flamanville, Golfech, Gravelines, Nogent, Paluel, Penly, Saint-Alban, Saint-Laurent e Tricastin. Mentre sono già state chiuse le centrali di Monts d’Arree, Marcoule, Phénix, Saint-Laurent e Superphénix.
Quindi sono sei quelle che si trovano vicini al confine con l’Italia, come possiamo vedere nella seguente mappa: Superphénix, Bugey, Saint-Alban, Cruas, Tricastin e Marcoule.
La centrale nucleare di Marcoule, presso la città di Chusclan, è stata la prima centrale nucleare francese e il 12 settembre 2011 si verificò un’esplosione che provocò la morte di una persona e il ferimento di altre quattro. La centrale nucleare di Fessenheim, in Alsazia possiede i due più vecchi reattori da 880 MW ognuno funzionanti in Francia. Superphénix o SPX si trova invece sul fiume Rodano, presso Creys-Malville, nel comune di Creys-Mépieu, a circa 100 km dal confine italiano, smise di produrre energia elettrica nel 1996 e l’impianto venne chiuso commercialmente nel 1997, ma resta sede di stoccaggio dei rifiuti. La centrale nucleare di Bugey si trova a 35 chilometri ad est di Lione e 110 km da Ginevra, sulla riva destra del Rodano, e in tutta la sua storia ha visto diversi incidenti. La centrale di Tricastin è costituita da 4 reattori PWR da 915 MW ognuno che funzionano praticamente in esclusiva per il sito nucleare producendo 25 miliardi di kilowatt all’anno pari al 6% dell’intera produzione elettrica francese. Il sito di Tricastin è il più vicino in termini geografici al nostro confine: sei anni fa nella centrale scoppiò un incendio che non interessò la parte nucleare, ma in questa occasione anche Tricastin è stato destinato al fermo di tutt’e quattro i reattori per manutenzione.
LEGGI QUI I PRO E I CONTRO DELL’UTILIZZO DEL NUCLEARE COME FONTE ENERGETICA
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