[didascalia fornitore=”altro”]Foto by Iakov Filimonov – shutterstock.com[/didascalia]
Una pasticceria di Imola ha pubblicato un annuncio di lavoro su uno dei tanti siti dedicati alla ricerca di personale. Un annuncio che ha provocato polemica sul suo contenuto e che medita un’analisi su quelle che sono considerate caratteristiche preferenziali probabilmente poco consone ad un’Italia che si auspica multietnica e lontana da discriminazioni. “AAA cercasi commessa diplomata, di bella presenza, con predisposizione al contatto con il pubblico e al lavoro di squadra. Ma soprattutto con origini e cultura autoctona“.
Una lettrice de il Resto del Carlino, dal quale apprendiamo questa notizia, ha letto l’annuncio e ha commentato così. “L’Italia è la patria dei controsensi: un leghista nigeriano (l’ossimoro per eccellenza) e la pasticceria imolese che pretende gli autoctoni e le belle figliuole“. E usando una metafora ha definito l’annuncio “un cucchiaino di razzismo tra i cornetti caldi“. Si può essere d’accordo o meno. Ma effettivamente se è accettabile sorvolare sull’aspetto estetico, che si sa, può essere un requisito che persevera, soprattutto per alcune attività dove si ha a che fare con il pubblico, la discriminante dell’autoctonia risulta alquanto stonata e sintomo di una chiave negativa soggetta a critica.
La replica dal locale che ha pubblicato l’annuncio: “Annuncio discriminatorio? Se fosse così, il sito sul quale lo abbiamo pubblicato lo avrebbe cancellato. Invece non abbiamo avuto alcun riscontro di questo tipo. Cerchiamo solo una persona che sappia parlare un italiano corretto. Se alla signora l’annuncio è sembrato discriminatorio è un problema suo“.
Per dirla tutta ognuno ha le sue esigenze. Da una parte un locale che cerca personale che si sposi alla perfezione con quelle che sono le aspettative “Siamo un’azienda sana, giovane, ben strutturata e che ogni 15 del mese paga lo stipendio” dall’altra la polemica di chi si sente esclusa a priori “non autoctona e racchia, ma con un quarto di sangue italiano“.