Questo cartello, sulla ricerca di commesse, è apparso in un negozio di Asiago. Visto il tono sessista e discriminatorio, è intervenuto l’Ispettorato Nazionale del lavoro.
Siamo ormai abituati e vederne ogni giorno di tutti i colori, soprattutto in ambito lavorativo. Assistiamo quotidianamente ad episodi di discriminazione e sessismo, soprattutto nei confronti del genere femminile. Ci sono datori di lavoro che non assumono donne in età fertile, o giovani, o sposate da poco. per paura che rimangano in stato interessante e non possano lavorare per un anno.
Capita ancora oggi di ascoltare denunce dove alcune ragazze, che si presentano a colloqui di lavoro, vengono messe sotto la lente di ingrandimento, con domande tipo: “Pensi di formare una famiglia”?, invece di focalizzarsi, solo ed esclusivamente, come sarebbe giusto, sulle competenze specifiche di quella persona.
Il maschilismo imperante è duro a morire, e le logiche imprenditoriali, gestite per la stragrande maggioranza da figure di sesso maschile, tendono spesso effettuare selezioni per profili professionali, anche in base a requisiti che non c’entrano direttamente con il lavoro che si va a cercare.
Spesso questa discriminazione è molto sottile ed è difficile da essere individuata, a volte invece, come nel caso che vi raccontiamo oggi, è così palese che, per fortuna, si prendono provvedimenti seri, che si spera siano da monito per tanti altri ‘datori di lavoro’.
E’ successo che ad Asiago un titolare di un negozio, alla ricerca di una nuova commessa, abbia apposto in vetrina questo cartello: “Cercasi commesse 18enni libere da impegni familiari”. Inizialmente in pochi ci hanno fatto caso, poi il cartello era talmente ‘fuori luogo’, nella sua descrizione, che la voce è rimbalzata, fino ad arrivare all’Ispettorato del Lavoro.
L’Ispettorato di Vicenza, che si occupa anche di Asiago, ha ritenuto doveroso richiamare all’ordine i responsabili del Magazzini in questione, chiedendo loro di rimuovere subito il cartello sulle commesse, e comminandogli una multa di ben 7mila euro.
Questi signori sono, secondo l’Ispettorato, ‘rei’ di aver violato l’articolo numero 27 del Codice delle Pari Opportunità, che parla appunto del divieto di discriminare qualsiasi persona nell’accesso al lavoro.
Il direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, Bruno Giordano, ha dichiarato: “Tolleranza zero per ogni forma di discriminazione. Non si tratta solo di sanzionare. Dare lavoro discriminando in base al genere, all’anagrafe, alle condizioni di vita o alle opinioni offende tutti noi. Non basta il rigetto di queste pratiche.
Se a distanza di 52 anni dall’entrata in vigore dello Statuto dei lavoratori dobbiamo intervenire per episodi simili, vuol dire che dobbiamo ancora professare la cultura del rispetto, prima ancora del diritto del lavoro”.
Ancora, quindi, su questo fronte, quello dei diritti universali, c’è molto da fare e da lavorare. Speriamo solo che questa esemplare sanzione, serva da monito a molti altri datori di lavoro, che invece della professionalità, cercano altre ‘caratteristiche’ in una persona.
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