La storia di sua figlia tiene ancora oggi l’Italia con il fiato sospeso. A parlare, però, questa volta, è il papà di Denise Pipitone, e lo fa per una giusta causa. Chiede un lavoro per aiutare la sua famiglia.
Un appello che Pietro Pulizzi lancia per cercare un lavoro. Ecco cosa ha detto e a chi ha rivolto le sue parole.
Sono le parole di un padre che cerca in tutti i modi di mantenere la sua famiglia e riuscire a soddisfare ogni sua esigenza e necessità. Ma sente che, in qualche modo, gli sono negati i suoi diritti. A parlare è Pietro Pulizzi, il papà della piccola Denise Pipitone, scomparsa in Sicilia nel settembre del 2004.
Pietro ha deciso di farsi avanti e pubblicare direttamente sui social un suo appello. Un appello per cercare un impiego, grazie al quale riuscirebbe a mantenere la sua famiglia ed assicurare, a loro e a lui. Il necessario per vivere una vita dignitosa.
Ma lo fa anche per avere i mezzi per portare avanti le ricerche della sua bambina, la piccola Denise Pipitone, scomparsa nel nulla a Mazara del Vallo nel settembre del 2004, ricerche che non si sono mai interrotte.
“Il lavoro mi permette di assicurare a me e alla mia famiglia le necessità comuni” – scrive Pietro. E continua: “A causa di questa mancanza adesso ho deciso di espormi pubblicamente senza esitazione purché qualcosa cambi”.
Un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, perché qualcuno lo legga e non restino parole incollate su di un social ma diventino un seme gettato e che porti frutto. Pietro, inoltre, nel suo post, prosegue anche scrivendo che, in un paese civile, non dovrebbero esserci persone che vadano ad “elemosinare i propri diritti”, come ad esempio un lavoro che permetta di vivere dignitosamente.
Pietro, nella sua vita, ha sempre lavorato come autista di bus ma, ora, è disposto ad accettare anche altri tipi di impiego, pur di lavorare e portare avanti le ricerche della piccola Denise. All’inizio, e fino ad adesso, aveva cercato sempre lavoro nella zona di Trapani e provincia, per poter restare vicino alla sua famiglia e partecipare anche alle udienze indette per il processo di ricerca di sua figlia.
Ma ora, vista la necessità, compatibilmente con l’impiego che potrebbe essergli offerto, sarebbe disposto anche a trasferirsi altrove. “Non ho mai avuto delle grandi pretese ho solo chiesto più volte di considerare la mia situazione sulla base delle mie evidenti necessità” – continua nel suo post.
È lo stesso Pulizzi a spiegare che, proprio per quelle che erano e sono ancora le esigenze della sua famiglia, aveva deciso di non allontanarsi mai da Trapani. Ma adesso, come da lui stesso definito, “valuterò anche un trasferimento lavorativo”, purchè gli venga dato un impiego valido e che riesca a permettergli di risolvere ogni sua esigenza.
Un appello, di un padre, che non può restare inascoltato.
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