Da lunedì 7 aprile sarà obbligatorio il certificato antipedofilia. Si tratta di una direttiva europea in relazione all’abuso e allo sfruttamento sessuale dei minori e alla pornografia minorile. Tutti coloro che per lavoro o volontariato avranno a che fare con minorenni dovranno esibire un apposito certificato del casellario giudiziario. L’obiettivo è quello di effettuare una verifica per comprendere che non ci siano delle condanne a carico del lavoratore. In particolare ci si riferisce ad alcuni reati nello specifico: quelli di pornografia minorile, di prostituzione minorile, di turismo sessuale, di pornografia virtuale e di adescamento dei minorenni.
E’ successo in passato, infatti, che alcuni docenti o collaboratori siano rimasti a lavorare nelle scuole per molto tempo, prima che venissero fuori dei procedimenti legali a carico. Per questo motivo si vuole effettuare un vero e proprio controllo in tutti i settori che prevedono il coinvolgimento di minorenni, considerando che la maggior parte degli alunni delle scuole nel nostro Paese hanno proprio meno di 18 anni.
Chi è interessato dal provvedimento
Sono interessati da questo provvedimento tutti coloro che hanno a che fare con minori in modo diretto e regolare. Si parla quindi di docenti, ma anche di volontari delle associazioni, di allenatori sportivi e di catechisti. Sarà lo stesso datore di lavoro a chiedere il certificato del casellario giudiziario. Nel caso delle scuole, sarà il preside a chiedere l’apposita documentazione a supplenti, docenti di ruolo e supplenti annuali. Se il dirigente scolastico non dovesse richiedere entro tre giorni i certificati degli insegnanti, rischierebbe una sanzione amministrativa, che corrisponde al pagamento di una multa tra i 10.000 e i 15.000 euro.
I dubbi
Rimangono, comunque, ancora diversi dubbi sulla questione. Ad esempio, non si comprende se il personale di servizio della scuola sia soggetto all’applicazione del provvedimento. Inoltre la richiesta di tutti questi certificati avrà un costo da non sottovalutare. Si dovrà cercare di capire se è previsto un finanziamento apposito o se la spesa ricadrà sulle famiglie. In attesa di saperne di più, il Ministero potrebbe mettere a punto un’apposita circolare esplicativa, per dare dei chiarimenti ai dirigenti scolastici.
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