In una recente intervista a La Nuova Ferrara, l’ex terrorista dei Pac Cesare Battisti si è rivolto ai familiari delle sue vittime. “Non pretendo di mettermi nei loro panni”.
Cesare Battisti è recentemente intervenuto in una lunga chiacchiera/intervista con La Nuova Ferrara. L’ex terrorista dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo) tra la sofferenza provocata alle famiglie delle vittime e la voglia di voltare pagina, chiedendo di poter “tentare di assumere una parte del loro dolore”.
“Non pretendo di mettermi nei panni delle vittime” ha commentato Cesare Battisti. L’ex terrorista adesso rinchiuso nel carcere di Ferrara, è intervenuto in una recente intervista a La Nuova Ferrara, nella quale si è detto voglioso di voltare pagina.
Battisti più che mettersi nei panni delle vittime infatti, ha dichiarato di voler condividere una parte di quel dolore che ancora oggi stanno provando le famiglie.
Ex terrorista dei Pac durante gli anni di piombo, Battisti è accusato di 4 omicidi alla fine degli anni ’70, due commessi materialmente e due in concorso.
Il suo obiettivo, spiega ancora Battisti, è quello di sottrarsi al regime carcerario As2, alta sicurezza terrorismo, con il quale era stato rinchiuso dopo il suo arresto in Bolivia nel 2019.
Una sentenza che non gli appartiene, confessa l’ex terrorista, che ricorda che dal giorno del suo arresto sono ormai passati 3 anni.
Al momento Battisti, nel carcere di Ferrara, coltiva l’orto e segue un corso di scrittura creativa. Negli ultimi mesi si è dato anche alla scrittura dunque, di ben due libri, già in pubblicazione nei prossimi mesi tra Italia e Francia. Proprio in Francia dove, sfruttando la dottrina Mitterand, aveva trascorso alcuni anni di latitanza.
Dopo anni di fuga e asili politici tra il Brasile e il Sud America, dopo essere finito in carcere per ingresso illegale e documenti falsi, solo 3 anni fa l’Interpol era riuscita a mettere le mani sull’ex Pac.
Battisti ha ancora una volta affermato, nella sua recente intervista, di aver avuto intenzione solamente di ferire le due vittime Torregiani e Sabbadin, i due omicidi per i quali è stato imputato in concorso morale.
Diversi scontri tra i compagni, anche accesi, avevano dunque secondo Cesare Battisti portato alla decisione di procedere col ferimento, e non con l’uccisione.
Una verità fatta emergere non per chiedere uno sconto di pena, ma secondo Battisti per togliersi di dosso quell’immagine “grottesca” di lui, visto come un criminale “da lasciar marcire”.
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