Da alta sicurezza a comune. Il regime carcerario dell’ex leader Pac è stato declassificato. Possibile trasferimento da Ferrara a Parma per il terrorista.
Il provvedimento è stato preso dall’amministrazione penitenziaria, e comunicato direttamente a Ferrara allo stesso Cesare Battisti. L’ex terrorista aveva sollecitato con diverse istante: “Voglio scontare la pena positivamente e costruttivamente“.
Fin dal suo trasferimento a Ferrara, sotto il regime As2, Cesare Battisti ha trascorso la sua carcerazione in condizione di semi isolamento, coltivando l’orto della prigione in solitudine – progetto Galeottorto – e seguendo solamente un corso di scrittura creativa. Ma nelle sue istanze l’ex terrorista si era detto volenteroso di voler scontare la sua pena in maniera costruttiva.
Una categoria alla quale non si sentiva di appartenere, quella dell’Alta Sicurezza. Adesso, dopo il provvedimento dell’amministrazione penitenziaria, l’ex Leader dei Proletari armati per il Comunismo, è stato declassato proprio da As2 a detenuto comune.
Il cambiamento del regime carcerario è stato comunicato al detenuto direttamente nel carcere di Ferrara, mentre nelle more del provvedimento potrebbe esserci anche quella del trasferimento nel carcere parmense.
Lo scorso luglio, tutti questi temi erano stati trattati da Battisi in una lunga intervista a La Nuova Ferrara, dove il terrorista si era detto voglioso di combattere la sua battaglia personale. “Voglio sottrarmi al regime carcerario As2” aveva dichiarato, confermando che non si sentiva di appartenere a quella categoria.
E’ una vergogna tale provvedimento secondo Andrea Delmastro Delle Vedove. Il responsabile giustizia di Fratelli d’Italia ha commentato la declassificazione di Cesare Battisti come un atto di ultimo soccorso al terrorismo rosso. “Una aberrazione”, continua Delle Vedove, che si è fortemente indignato per la decisione di rendere l’ex leader del Pac un detenuto comune da parte del Dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria.
Dichiarazioni che in qualche modo tornano sulla recente vittoria alle elezioni, nel rimarcare che questo “non è certamente la politica che il governo di centrodestra intende mettere in campo“. Grave, secondo il responsabile di giustizia, che la decisione si arrivata a pochi giorni del cambio di governo.
Recentemente all’Adnkronos è intervenuto l’avvocato Steccanella, il quale si è così espresso sulla decisione: “Quella di prima era una decisione sbagliata: l’ultimo reato commesso da Cesare Battisti risale al 1979“. Nessun pericolo di ritorno al terrorismo secondo Steccanella dunque, che insiste sulla scelta corretta del DAP, che non va nemmeno strumentalizzata politicamente.
Sicuramente in tono diverso da quelle di indignazione di alcuni esponenti politici, le parole di Maurizio Campagna. Il fratello dell’agente di polizia Digos di Milano Andrea Campagna, ucciso nell’attentato del 1979 proprio del Pac, ha rimarcato che Battista rimane un assassino, ma rimane fiducioso nella giustizia italiana.
L’importante, secondo Campagna, è che si sconti la pena per l’omicidio: “Credo che la giustizia, se è fatta in questo modo, è lecita”. Rimane un assassino, per uno dei parenti delle vittime, che poi conclude: “Spero si goda gli anni che gli rimangono come un normale detenuto“.
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