L’ipossia è la malattia che, secondo le autorità di Teheran incaricate di effettuare l’autopsia sull’iraniana Mahsa Amini, avrebbe condotto la 22enne alla morte.
Sulla questione c’è stato molto dibattito in quanto la causa della morte della giovane è stata imputata alle percosse ricevute durante il suo arresto e nella detenzione successiva. Ma che cos’è esattamente l’ipossia e come si manifesta?
Quando si parla di ipossia ci si riferisce ad una condizione nella quale l’organismo è carente di ossigeno. L’ipossia è quindi mancanza di ossigeno nei tessuti che è collegata, ma va distinta, dalla ipossiemia che è la carenza di ossigeno nel sangue.
L’ipossia è quindi la mancanza di ossigeno ai tessuti dell’organismo e può essere di due tipologie distinte. Può trattarsi difatti di una patologia acuta cioè che insorge in un lasso di tempo molto breve oppure cronica, che si sviluppa piano piano.
Ma non sono le uniche due distinzioni fattibili riguardo l’ipossia perché possiamo distinguerla anche in ipossia tissutale ovvero la condizione è presente in un’area circoscritta del corpo.
Se invece si sviluppa nell’intero organismo si chiama ipossia generalizzata o sistemica. La patologia si manifesta con sintomi generici come stanchezza, pallore, affaticamento, cianosi (pallore delle mucose) e iperventilazione o dispnea. Molte volte la patologia può insorgere quando si hanno difficoltà respiratorie dovute a embolia polmonare, polmonite e apnee notturne.
I danni causati dalla condizione variano in base alla durata dell’episodio ipossico ma si può arrivare anche alla morte cellulare nei casi più prolungati di mancanza di ossigeno ai tessuti. I sintomi neurologici, come per esempio la confusione mentale se unita alla fame d’aria, ma anche capogiri e vertigini, non devono essere sottovalutati.
L’organismo compie due azioni nel momento in cui sente la mancanza di ossigeno ovvero tachicardia in quanto l’aumento del battito cardiaco aumenta anche l’apporto di sangue che essendo maggiore fornirà più ossigeno che verrà poi distribuito. Ma il corpo provoca spesso anche tachipnea ovvero un aumento della frequenza respiratoria in modo che respirando più frequentemente l’apporto di ossigeno aumenti.
L’ipossia può avere numerose cause e come citato poc’anzi molte volte proviene dal poco ossigeno nel sangue e da problemi respiratori.
La domanda che sorge spontanea a questo punto è se Mahsa Amini può essere davvero morta a causa di questa patologia. La risposta è sì ma ciò che non torna è la motivazione fornita dalle autorità iraniane che la imputano ad un tumore operato in giovane età.
Può essere il tumore operato e poi guarito ad aver portato alla morte la giovane 22enne? Stando a quanto afferma il neurologo del San Raffaele Piero Barbanti una delle cause scatenanti che avrebbe potuto concorrere al decesso di Mahsa è il trauma cranico. Oltretutto la famiglia ha rivelato che la giovane non era affetta da patologie neurologiche.
I tumori cerebrali provocano un’ipertensione intracranica causata dal tumore stesso che preme contro la scatola cranica ma è davvero altamente improbabile che possa portare ad un infarto come affermato nell’autopsia.
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