Era il 26 aprile 1986, ore 1.23 circa, quando nella centrale nucleare di Chernobyl accadde un incidente di estrema gravità che contaminò tutta la zona circostante a causa della nube di materiale radioattivo seguita all’esplosione. Sono trascorsi 29 anni da quella sciagura, e secondo quanto denunciato da Legambiente, 5 milioni di persone vivono ancora nelle zone critiche, con tutte le conseguenze sulla salute che è facile immaginare. Quella che dovrebbe essere una città fantasma, continua a mietere vittime a quasi tre decadi di distanza.
‘La situazione in Bielorussia, Russia e Ucraina è ancora gravissima. Ancora 5 milioni di persone vivono in zone radioattive, dove i livelli di contaminazione continuano ad essere elevati soprattutto nelle derrate alimentari, provocando tumori e leucemie soprattutto nei bambini, che sono i soggetti più vulnerabili‘, dichiara Angelo Gentili, responsabile di Legambiente solidarietà, che prosegue il suo impegno a favore dei bambini di Chernobyl grazie al Progetto Rugiada, consentendo a 100 bambini ogni anno di essere ospitati in un centro all’avanguardia in una zona non contaminata situata in Bielorussia, dove i piccoli ‘possono fare attività didattiche, mangiare cibo sano ed essere sottoposti a controllo sanitario‘. E la solidarietà continua con nuove ipotesi allo studio, come ad esempio la possibilità di creare serre controllare nelle zone contaminate, in modo da fornire cibo sano alla gente del luogo, un progetto che Legambiente spera di portare presto a compimento.
Per anni in tutta Europa, Italia compresa, si è vissuti con la psicosi dell’insalata radioattiva che poteva giungere dalle zone contaminate, immaginiamo come possano vivere quelle milioni di persone che abitano ancora i territori limitrofi al luogo dell’esplosione avvenuta nella centrale ucraina, che ancora adesso è una bomba ecologica da disinnescare, come dichiara ancora il responsabile di Legambiente: ‘La questione urgentissima della messa in sicurezza della centrale di Chernobyl non è stata risolta e si è tutt’ora alle prese con i lavori di costruzione del nuovo sarcofago. Il reattore in pessime condizioni è infatti una vera bomba a orologeria che deve essere subito disinnescata‘, ricorda Gentili, e ‘a questo scenario allarmante si somma anche l’insensata costruzione della nuova centrale nucleare di Ostrovets, nel nord della Bielorussia, a soli 55 chilometri dal confine con la Lituania‘.
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