Beppe Grillo scende in campo a difesa di Beatrice Di Maio, colei che cura parte della propaganda a favore del Movimento 5 Stelle e anti-Renzi su Twitter, e che si è beccata la querela da Palazzo Chigi. O sarebbe più corretto scrivere “colui”? Beatrice, il cui cognome rimanda a quello di Luigi, uno dei leader del movimento, forse nemmeno esiste. Dietro il nome dell’amata di Dante potrebbe esserci infatti un militante anonimo, un troll o un pezzo grosso, chi lo sa. La Procura però vuole vederci chiaro: i suoi tweet, infatti, spesso sfocerebbero in reati come la calunnia, la diffamazione, il vilipendio del presidente della Repubblica. Oltre che nella diffusione di bufale attraverso la condivisione virale sugli altri social come Facebook.
Non è detto che le notizie che ruotano attraverso questo e altri account simili siano tutte bufale, sia chiaro. Ma che la rete, la tanto decantata rete, sia fonte inesauribile di notizie false che mirino a distruggere l’avversario politico e a fare propaganda non lo scopriamo di certo adesso. In fondo, basta prendere il faccione del deputato di turno che si vuole demolire, metterci sopra qualche frase virgolettata (anche se mai pronunciata) che susciti indignazione nella pancia del popolo e “FATE GIRAREEE!!!”. Ecco che la bufala finisce sotto controllo e per migliaia di persone si trasforma in verità.
I tweet incriminati di Beatrice Di Maio
Ma torniamo alla nostra Beatrice, denunciata alla Procura di Firenze dal sottosegretario a Palazzo Chigi Luca Lotti (uno del Giglio Magico di Matteo Renzi). Il premier, insieme al Pd, è infatti il nemico numero uno della propaganda del M5S. Questo uno dei tweet incriminati.
Sergio Mattarella non è stato nemmeno sfiorato dall’inchiesta del petrolio in Basilicata, eppure Beatrice piazza una foto della bandiera Total accanto al tricolore sul Quirinale. Lo avesse fatto un giornalista, la denuncia per vilipendio al capo dello Stato sarebbe stata molto probabile. Su Twitter e gli altri social vige invece una sorta di anarchia.
Come per il tweet che ha accostato Renzi alla stessa inchiesta di Temparossa e addirittura alla mafia. Tweet: “#intercettazioni, Guidi: ‘Ho le foto di Delrio coi mafiosi’”. Foto: Delrio con Renzi, Boschi, Lotti. Insomma, Beatrice Di Maio ha dato del mafioso al premier (ripetiamo: lo avesse fatto un giornalista…) e insieme a lei, a catena, migliaia di follower. Per il trionfo della tremenda e pericolosa logica del web: “Ciò che siamo capaci di rendere virale prima o poi diventa vero agli occhi di chi vogliamo convincere”, come spiega La Stampa nell’inchiesta intitolata “Ecco la cyber propaganda pro M5S”.
Chi c’è dietro Beatrice Di Maio?
Chi è davvero Beatrice Di Maio resta un mistero. Mentre scriviamo, secondo il suo profilo Twitter, ha raggiunto la soglia dei 14mila follower.
Il quotidiano torinese ha ipotizzato che si muova dentro una vera e propria struttura propagandistica: “Su Facebook, la rete è costituita da un numero limitato di account di generali (da Di Maio e Di Battista a Carlo Martelli, figura virale importante, in giù) e – tutto attorno – da una serie di account di mediatori top e, aspetto decisivo, da pagine e gruppi di discussione che fanno da camera di risonanza. In basso vi sono semplici attivisti o fake di complemento: gli operai”. La Procura vuole vederci chiaro: chi c’è dietro la struttura?
Grillo: “Ritirate la querela a Beatrice Di Maio!”
Dopo il polverone, sul blog di Grillo è stato pubblicato un lungo post per invitare Lotti a ritirare la querela, a difesa della libertà di espressione e di satira. “W la libertà d’espressione! Ritirate la querela a Beatrice Di Maio!”, il titolo dell’articolo a firma di Franco Bechis: “Questo è un appello. Al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al suo sottosegretario, Luca Lotti. Così vado subito al sodo: presidente, faccia ritirare quella querela presentata a Firenze nei confronti di Beatrice di Maio, un account twitter che secondo voi è falso e appartiene alla ‘macchina del fango’ del Movimento 5 Stelle”.
Bechis spiega che la foto che aveva fatto infuriare Lotti, quella con il riferimento ai mafiosi, era pura satira: “In quei giorni impazzavano sulla stampa le intercettazioni che hanno portato poi alle dimissioni del ministro Federica Guidi. In una di quelle c’era una conversazione a cui partecipava il fidanzato della Guidi. L’interlocutore diceva che sarebbero state pubblicate ‘quelle foto di Graziano Delrio con i mafiosi’. Beatrice di Maio ironizzò e in qualche modo stemperò la tensione di quella intercettazione pubblicando le foto di chi frequentava Delrio: gli altri membri del governo Renzi. Fra questi c’era anche Lotti, che si è offeso ad essere accomunato a quel ‘mafiosi’. Posso capire, ma appare evidente che quel tweet aveva caratteristiche di satira. Può non piacere, certo. Ma è satira, come nelle vignette”.
Beatrice, assicura, esiste davvero: sarebbe una ragazza in carne ed ossa, di 25 anni, e non uno strumento della macchina del fango. “Non è per una giovane ragazza che le chiedo, Presidente, questo passo indietro – si conclude l’appello – È per un’altra amica a cui tengo più di ogni altra cosa: la libertà”.
MISTERO RISOLTO: BEATRICE DI MAIO È LA MOGLIE DI BRUNETTA
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