La corsa di Donald Trump alle Primarie USA continua inesorabile e in molti stanno cercando di conoscere meglio il costruttore miliardario che potrebbe sedere alla Casa Bianca. Jason Horowitz, giornalista del New York Times, si è rivolto alla persona che lo conosce meglio di chiunque altro: il suo maggiordomo. Tony Senecal, questo è il suo nome, è colui che lavora per Trump da 30 anni, prendendosi cura della residenza di Mar-a-Lago, a Palm Beach, Florida. Di lui conosce ogni vezzo e abitudine, sa come prenderlo, come ammansirlo: lo comprende e lo rispetta a fondo e, con il tempo, “sembra riflettere la visione del mondo del suo capo”.
È forse questo il passaggio più utile per capire chi sia veramente Donald Trump. La sua presenza è così scenica da conquistare chi gli sta incontro che diventa esattamente come lui. Non importa se per farlo deve costruire ogni aspetto della sua immagine: tutto può essere utile per renderlo il perfetto uomo di successo.
Senecal lavora nella residenza prediletta da Trump dove stacca la spina dai numerosi impegni prima come costruttore e ora come candidato repubblicano alle Primarie USA. Mar-a-Lago risale agli anni Venti, voluta dall’imprenditrice dei cereali Marjorie Merriweather Post: una magione enorme in stile Mediterraneo, da 118 stanze, che Trump acquistò dagli eredi nel 1985 per dieci milioni di dollari. Secondo il volere della sua creatrice, la villa doveva diventare una residenza presidenziale, ma i costi del mantenimento erano troppo alti e così, alla fine, fu il miliardario a comprarla.
Al suo interno ci sono arazzi, tappeti, stanze meravigliose, una biblioteca ricca di testi antichi e rari che, racconta Senecal, nessuno della famiglia Trump ha mai letto, tanto da trasformarla in una sala bar con un bel ritratto del tycoon in abiti da tennis. Dettagli che svelano molto del carattere del candidato repubblicano, così come la bugia sulle piastrelle della sala principale. Per far colpo sulla gente, Trump continuava a dire che i disegni erano di Walt Disney. Quando Senecal, che lavora in quella casa da 60 anni, gli ha detto che non era vero, come risposta ha ricevuto un sonoro “chi se ne frega”. Gli arazzi fiamminghi del 16° secolo, che adornavano il salone principale, si sono rovinati per colpa dell’esposizione al sole a cui Trump li ha costretti. Per il miliardario conta più mentire sulle piastrelle ma tirare in ballo un nome che qualsiasi americano conosce piuttosto che conservare vere opere d’arte.
L’ex maggiordomo ama e ammira il suo datore di lavoro. Sa tutto di lui, da come vuole la bistecca a quanto poco gli piaccia fare il bagno o farsi vedere in costume. Al giornalista ha raccontato la giornata tipo. Sveglia all’alba, abiti freschi di lavanderia ad attenderlo, pile di giornali nazionali e locali: dopo qualche ora di lettura, esce dai suoi appartamenti con pantaloni color kaki, una maglietta bianca da tennis e un cappellino: se è bianco vuol dire che è sereno, se è rosso “è meglio stargli alla larga”. La domenica sera si reca al campo da golf, guidando di persona o la Bentley nera o quella bianca, e odia il rumore degli aerei che passano sopra la villa.
Mar-a-Lago è stata anche al centro della campagna elettorale. I suoi avversari l’hanno accusato di far lavorare persone straniere, nonostante la sua avversione per i “non americani”, e l’ex maggiordomo lo conferma. “Ci sono rumeni, sudafricani e persino un irlandese”, dice, “ma tutti lo amano”. E non solo per i “100 dollari di mancia” che ogni tanto lascia ai giardinieri. “In ogni caso gli americani non vogliono più fare lavori stagionali“.
In 30 anni di servizio, Senecal ha acquisito la mentalità di Trump e, scrive il giornalista, anche lui parla solo dei terroristi islamici e attacca le ex mogli del miliardario. Nella sua vita, si è allontanato dalla villa di Palm Beach dal 1990 al 1992, quando fu eletto sindaco in una cittadina del West Virginia, diventando famoso per una proposta di legge che obbligava i mendicanti ad avere un permesso per chiedere l’elemosina. “Questa è una grande idea”, gli disse all’epoca Trump.
Nel 2009 ha cercato di andare in pensione. “Te ne andrai di qui quando morirai” gli ha risposto il miliardario che lo reputa così indispensabile da sollevarlo dalle mansioni di maggiordomo per tenerlo solo come storico della villa. Da allora, Senecal è rimasto lì, ad accogliere il miliardario al suo rientro, a fargli trovare la sua bistecca ben cotta e a tirargli su il morale, ormai più come un vecchio amico che come maggiordomo.