Elly Schlein, la nuova segretaria del Partito democratico, la prima donna nella storia della politica italiana a ricoprire questo ruolo.
Ha soli 37 anni ed è stata la vice presidente dell’Emilia – Romagna, la sua vita politica si è principalmente concentrata al di fuori dei partiti tradizionali. Si è definita così “Si, sono una donna, amo un’altra donna e non sono una madre. Ma per questo non sono meno donna”. Definita da molti l’anti Meloni.
Chi è Elly Schlein
Elly Schlein, nome completo Elena Ehtel Schlein, è nata a Sorengo il 04 maggio del 1985, è la nuova segretaria del Partito Democratico, ha la cittadinanza statunitense neutralizzata svizzera.
I suoi genitori sono Melvin Schlein politologo e accademico statunitense che ha origine ebraica, sua madre invece è una professoressa di diritto pubblico comparato all’Università degli Studi dell’Insurbia e si chiama Maria Paola Viviani.
Elly ha conseguito la maturità con il massimo dei voti nel 2004 al liceo cantonale di Lucano, subito dopo il diploma si trasferisce a Bologna per proseguire i suoi studi universitari. Qui si laurea in giurisprudenza nel 2011 con il massimo dei voti.
La sua vita politica inizia nel 2008 insieme alla campagna elettorale americana di Barack Obama partecipando come volontaria. Sempre nel 2012 sceglie nuovamente di prendere parte alla campagna elettorale statunitense di Obama in vista della sua ricandidatura alle presidenziali statunitensi.
Nel 2011 aiuta a fondare a Bologna Prongrè un’associazione universitaria che ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle politiche migratorie e sulle realtà carcerarie.
L’associazione oltre a pubblicare una propria rivista ogni anno si occupa di creare un festival con incontri a cui prendono parte esperti e politici.
Nel 2013 partecipa alla campagna di mobilitazione di #OccupyPD movimento che occuperà diverse sedi del partito e che ha lo scopo di far sentire il malcontento dei giovani sulla scelta di creare il governo Letta basata su una maggioranza ottenuta grazie alle larghe intese.
Durante le elezioni primarie del 2013, sempre del PD, decide di sostenere la mozione di Pippo Civati, e viene eletta alla direzione nazionale del Partito Democratico come esponente della corrente civatiana.
Nel 2014 insieme al PD si candida al Parlamento europeo per la circoscrizione Italia nord-orientale, la sua campagna elettorale viene battezzata Slow Foot, e il 25 maggio viene eletta europarlamentare.
Durante questa legislatura viene incaricata di essere membro della commissione per lo sviluppo e la vicepresidente della delegazione alla Commissione di stabilizzazione e di associazione UE-Albania.
Nel maggio del 2015 annuncia di abbandonare il PD perché non in linea con la politica portata avanti da Matteo Renzi, aderisce poi a Possibile un partito fondato da Giuseppe Civati.
Nel 2020 si candida alle elezioni regionali in Emilia Romagna insieme a Emilia – Romagna Coraggiosa Ecologista e Progressista, e viene eletta.
Nel 2022 con le elezioni anticipate viene eletta alla Camera dei deputati come indipendente. Durante la XIX legislatura diventa componente della Prima Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni.
Dopo le dimissioni del segretario nazionale del PD Enrico Letta, l’11 novembre del 2022 Elly Schlein annuncia la sua volontà a candidarsi come nuova segretaria quindi rientra nel partito dopo sette anni di assenza.
Il 04 dicembre del 2022 la sua candidatura diventa effettiva, e dal 12 dicembre anche la sua adesione al PD diviene formale.
Ha vinto le elezioni che si sono concluse ieri, 26 febbraio 2023, divenendo a tutti gli effetti la prima donna segretaria del Partito Democratico nella storia della politica italiana.
Schlein: l’anti Meloni
Per molti la Schlein è il volto perfetto per dare una nuova vita al Partito Democratico dopo che i risultati deludenti delle ultime elezioni.
Ha infatti un profilo molto diverso da quello di tutti gli altri dirigenti del PD, non è solo la più giovane ha ottenere un ruolo così importante all’interno di un partito ma è anche considerata l’anti Meloni.
Come lei stessa si è definita con questa frase durante la sua campagna elettorale: “Si, sono una donna, amo un’altra donna e non sono una madre. Ma per questo non sono meno donna”.
La sua intenzione è quella di sfidare il programma realizzato dal centrodestra e dalla sua Leader Giorgia Meloni. Sicuramente è una femminista e sostenitrice dei diritti Lgbtq+.
Nonostante la sua vittoria sia stata schiacciante nei confronti del suo avversario, c’è anche chi contesta la sua candidatura visto che negli ultimi sette anni non aveva fatto parte del partito, e per molti perciò è rientrata unicamente per prendersi questo ruolo.