Chi è Enrico Rossi, nuovo governatore della Toscana

Il candidato del Pd Enrico Rossi è stato riconfermato presidente della Regione Toscana con una preferenza del 48,05%. Nato a Bientina, provincia di Pisa, il 25 agosto 1958, dopo essersi laureato in filosofia all’Università di Pisa ha iniziato a lavorare come giornalista presso al redazione de Il Tirreno per poi avvicinarsi al mondo della politica seguendo il PCI. Nel 1985 il primo incarico importante: diventa assessore e vicesindaco del Comune di Pontedera.

Nel 1990 la città lo elegge sindaco fino al ’99 e in questi anni Enrico Rossi si prodiga a combattere per impedire il trasferimento della produzione della Piaggio da Pontedera a Nusco. Dopo la carica, nel 2000, di consigliere regionale DS e Assessore alla Sanità nella Giunta Regionale toscana presieduta da Claudio Martini, Rossi ottiene il più alto numero di voti alle primarie dell’Ulivo nel 2005 per la scelta del consigliere regionale e si riconferma Assessore alla Sanità sempre nello stesso anno. Nel 2010 arriva l’elezione come presidente della Regione Toscana con il 59,7% dei voti, con l’appoggio della lista Toscana Democratica, mandato riconfermato appunto in occasione di queste elezioni regionali 2015.

L’impegno politico e sociale

Come Assessore al Diritto alla Salute, Enrico Rossi ha riorganizzato il sistema ospedaliero toscano investendo 3 miliardi e mezzo in 10 anni a favore di nuove strutture. Un altro importante progetto è stato “Giovanisì“, partito nel 2011, che prevedeva misure finalizzate a favorire il diritto allo studio, la formazione professionale, il servizio civile regionale, prestiti d’onore per ulteriori forme di specializzazione, favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e delle professioni, il sostegno all’avviamento di attività economiche e contributi per l’affitto. Su Giovanisì sono stati investiti 400 milioni di euro, dei quali hanno beneficiato 110 mila giovani.

Contro la povertà, per il sostegno alle famiglie e ai lavoratori in difficoltà, Enrico Rossi ha avviato il progetto “Toscana Solidale”, che prevede un bonus bebè di 700 euro una tantum per ogni nuovo nato, 700 euro annuali per famiglie numerose, 700 euro per famiglie con un figlio disabile, un prestito di 3 mila euro per i lavoratori in difficoltà e un fondo da utilizzare per il rilascio di garanzie per l’acquisto di una casa. Non solo solidarietà ma anche tutela dell’ambiente: Rossi si è prodigato nel rispettare e valorizzare il territorio della sua regione attraverso un “piano rifiuti” che dal 2013 ha lo scopo di raggiungere il 70% di raccolta differenziata entro il 2020 e fissa la riduzione delle discariche da 12 a 5, e un “piano paesaggistico” che prevede la garanzia di fruizione collettiva dei paesaggi della Regione, la salvaguardia dei luoghi oggetto di vincoli paesaggistici e l’elaborazione di codici regolamentari uniformi.

La legislatura di Enrico Rossi è andata di pari passo con la sua battaglia a fianco dei pendolari, conclusasi con la decisione da parte della Regione Toscana di non rinnovare automaticamente il contratto di servizio con Trenitalia chiedendo al Governo di legiferare in modo da permettere di indire una gara europea per il trasporto pubblico locale. Rossi ha chiesto più volte un riallineamento fra gli investimenti sull’Alta Velocità e per il trasporto locale, denunciando le condizioni difficili in cui viaggiano i pendolari.

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