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Spettacoli

Chi è Evan Peters, protagonista della nuova serie Netflix su Jeffrey Dahmer

È da poco disponibile su Netflix e Sky Q la nuova serie incentrata su uno dei serial killer più efferati di sempre: stiamo parlando di Jeffrey Dahmer. Ma chi è l’attore protagonista?

Evan Peters (Foto Facebook)- Nanopress.it

Chi è l’interprete di Jeffrey Dahmer?

Evan Peters nasce nel Missouri il 20 gennaio 1987 da famiglia benestante e si trasferisce poi nel Michigan nel 2001 per studiare recitazione. Insieme alla madre parte per la California dove trova lavoro come attore protagonista dopo solo due provini.

L’esordio nelle grandi sale è nel 2004 con il film Clipping Adam ma la notorietà arriva solo nel 2010 con il ruolo di Tood Haynes in Kick-Ass.

Tuttavia la vera e propria fama arriva nel 2011 con la serie tv antologica, ormai cult, American Horror Story che lo vede presente in tutte e nove le stagioni, ognuna delle quali gli permette di immedesimarsi in una serie di sorprendenti personaggi:

un giovanissimo assassino sociopatico, un giovane uomo erroneamente rinchiuso in un ospedale psichiatrico, un particolare circense, uno storico serial killer e il capo di una setta.

Peters (Foto Facebook)- Nanopress.it

Altra grande opportunità gli si presenta con il ruolo di Quicksilver in X-Men: Giorni di un futuro passato e X-Men: Apocalisse.

Parlando invece di vita privata lo abbiamo visto fidanzato per qualche anno con la piccola Roberts -Emma, nipote di Julia Roberts- conosciuta sul set di Adult World e diventata poi collega anche in alcune stagioni di American Horror Story.

Pare però che ad oggi Peters sia particolarmente legato alla sua privacy e che quindi non sia possibile seguirlo su alcun profilo social.

A proposito di Dahmer

Tornando alla serie che sta spopolando negli ultimi giorni su Netflix – DAHMER – Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer – disponibile anche su altre piattaforme quali SkyQ e l’app Now Smart Stick, l’attore ha parlato dei consigli ricevuti dal regista Ryan Murphy.

Ha spiegato che Murphy sul set è stato molto chiaro riguardo il fatto che il punto di vista dal quale sarebbe stata raccontata la storia non sarebbe stato quello del protagonista, bensì quello delle vittime e dei familiari.

Cosicché gli spettatori, guardando la serie, avrebbero vissuto la storia da esterni senza finire per empatizzare con Dahmer.

La collaborazione tra Peters e Murphy è longeva, ebbe inizio nel 2011 con tutte e nove le stagioni di American Horror Story e da li il regista non ha più fatto a meno di Peters per le sue opere cinematografiche.

Dandogli ruoli sempre diversi, sia da protagonista che da personaggio minore, Evan Peters ha preso parte a quasi tutte le produzioni di Murphy.

Peters (Foto Facebook)- Nanopress.it

In questo caso vediamo Peters prendere le sembianze di Jeffry Dahmer: l’atteggiamento che assume per muoversi, i capelli, gli occhiali, non c’è neanche stato bisogno di protesi e trucco tale era la somiglianza.

Ma la cosa che Peters aveva replicato alla perfezione e sulla quale, con grande successo, hanno puntato tutto era lo sguardo: assente, perso ed inquietante, sguardo che lasciava trasparire il desiderio di ricevere e dare amore e contemporaneamente di procurare dolore a chi aveva difronte.

Evan Peters approfitta del suo ruolo e della sua fama per ricordare quanto sia importante portare rispetto nei confronti delle vittime delle famiglie delle vittime e quanto quest’ultime siano importanti.

Chi è Jeffrey Dahmer: il killer del Milwaukee

Jeff Dahmer è conosciuto per crimini come violenza sessuale, necrofilia e cannibalismo ma Murphy ce lo presenta come un giovane uomo sociopatico, con problemi legati alla sua sessualità e una paura estrema di restare solo per il resto della vita.

Il suo essere omosessuale non dichiarato e la sua attrazione verso le membra umane lo hanno portato a diventare il killer che tutti conosciamo, facendogli compiere atti disumani per riempire il vuoto che la solitudine gli aveva creato dentro.

Il capolavoro firmato Netflix brutalmente eccezionale

Ryan Murphy in collaborazione con Netflix è riuscito a rendere una delle storie di true crime più efferate di tutte un capolavoro disarmante.

Murphy è riuscito a trasformare la storia crudele di un serial killer in una delle storie più belle che i nostri piccoli schermi abbiano mai visto negli ultimi anni.

Il nostro amato Murphy si è rimesso quindi dietro la cinepresa e ci ha regalato un racconto disarmante: fatti ricostruiti alla perfezione, analisi introspettive e indagini psicologiche dettagliate.

È una serie che pone l’attenzione su ogni singolo personaggio, si prende il suo tempo per raccontare la storia dal punto di vista esterno a quello di Dahmer, mettendo lo spettatore in condizioni di poter conoscere meglio le vittime e le loro famiglie.

Come in ogni opera di Ryan Murphy, anche Damher da la possibilità ai personaggi di essere totalmente se stessi, di prendersi il loro tempo per riflettere sul susseguirsi degli eventi e di sviluppare un proprio racconto facendo così si che il pubblico venga accompagnato passo passo all’interno della storia.

Damher ci racconta quindi la storia di un giovane sociopatico, malato e solo. Un uomo di appena 31 anni che non è stato in grado di prendere in mano la situazione oltrepassando il limite sottile che c’è tra follia e sanità mentale.

Composta da 10 episodi la serie si guadagna l’attenzione degli spettatori, anche di quelli più sensibili a tematiche particolarmente macabre, ed è senza alcun dubbio un altro capolavoro di Ryan Murphy… brutalmente eccezionale!

Aurora de Luca

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