Nel giorno dell’ennesimo round, proviamo a raccontare chi è Roberta Lombardi, rivale e spina nel fianco della sindaca di Roma Virginia Raggi. Anzi, sindaco, come aveva ammonito sarcastica la bionda nemica: “Le cariche non hanno sesso. Ma adesso c’è questa moda portata avanti dalle femministe di propaganda…”. Nemmeno tempo di salire al Campidoglio, che la Raggi aveva subito la prima stoccata dalla collega. La quale non ha mai digerito le nomine, tanto da dimettersi dal mini-direttorio capitolino e non risparmiare attacchi alla prima cittadina, fomentando una guerra interna al Movimento 5 Stelle mai finita.
L’ultimo attacco è arrivato da Facebook. Duro, durissimo: “Qualcuno si è autodefinito ‘lo spermatozoo che ha fecondato il Movimento’. Io penso che la definizione esatta sia ‘il virus che ha infettato il Movimento’. Ora sta a noi dimostrare di avere gli anticorpi. PS: poiché la trasparenza è un valore del M5S, sono sicura che il sindaco Raggi pubblicherà subito i pareri dell’Anac in suo possesso sulle nomine di Marra e Romeo”. Nel mirino Raffaele Marra, ex vicecapo di gabinetto della Raggi. Come raccontato dall’Espresso, ha acquistato una casa dal costruttore Sergio Scarpellini. Nulla di scandaloso, se non avesse beneficiato di un maxi-sconto e se tale Scarpellini non fosse, secondo i grillini, “il costruttore preferito della casta” o un “evasore di Iva”.
Nel mirino del post soprattutto la Raggi, rea di aver scelto gente poco trasparente, in contrasto ai principi pentastellati. Marra non è stata l’unica nomina che ha fatto storcere il naso alla Lombardi (e non solo a lei, in verità). C’è chi definisce la Lombardi, deputata ed ex capo del gruppo alla Camera, tessitrice di trame all’interno del Movimento. In quello capitolino è in atto da tempo una guerra intestina, scoperchiata dal caos a Roma. I soliti giochi di potere. La Lombardi sta con Marcello De Vito, sconfitto alle Comunarie dalla Raggi che poi non l’ha voluto in squadra. La collega non l’ha presa bene, così come la scelta di Daniele Frongia e Marra su tutti. E così, a luglio, tanti saluti al mini-direttorio (che a settembre si è sciolto del tutto).
Un addio seguito da parole di circostanza, con la Raggi che ha negato contrasti: “Mi spiace deludere coloro i quali in questo momento stanno parlando di liti, gelo o siluramenti rispetto al lavoro che tutti stiamo facendo su Roma. Non è così. Ringrazio Roberta Lombardi per l’apporto ed il sostegno dato finora. Il suo contributo è stato prezioso”. E la Lombardi: “Il mio supporto nello staff romano sarà differente: continuerò a dare una mano a Virginia, ma dall’esterno sui temi che ho sempre seguito”. Una minaccia, secondo i maligni.
Lombardi tra gaffe e polemiche
Non solo scontri con Virginia Raggi. Roberta Lombardi è diventata un personaggio tra gaffe, azioni e dichiarazioni che hanno alimentato polemiche. Come quando, nel 2013, aprì a Casapound e difese il primo fascismo: “Da quello che conosco di Casapound del fascismo hanno conservato solo la parte folcloristica (se vogliamo dire così), razzista e sprangaiola. Che non comprende l’ideologia del fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello Stato e la tutela della famiglia. Quindi come si vede Casapound non è il fascismo ma una parte del fascismo. E quindi solo in parte riconducibile a esso”. O come quando invitò Giorgio Napolitano a fare il nonno e a godersi la vecchiaia. A proposito di Napolitano, memorabile fu la gaffe in cui dimostrò di non sapere che l’età minima per essere eletto presidente della Repubblica è di 50 anni, come sancito dall’articolo 84 della Costituzione: “Oddio, una certa età anagrafica non mi pare che sia scritto nella Costituzione”. A correggerla fu direttamente la giornalista di Radio Radicale che la stava intervistando.
Poi fu la rivolta ambientalista: si rifiutò di bere acqua negli inquinanti bicchieri di plastica di Montecitorio, annunciando che si sarebbe servita della fontanella: “Da domani mi porterò i bicchieri da pic-nic”. E la polemica in seguito alla lettera che inviò, con l’intestazione della Camera e firmandosi come onorevole, alla scuola frequentata da suo figlio (e dalla figlia di De Vito), per chiedere informazioni sullo stato dell’istituto. Proprio lei che dice di essere anti-casta, accusarono quelli del PD, si comporta in pieno stile “lei non sa chi sono io”?
Senza dimenticare il sarcasmo del web, quello sano e che non fa sconti a nessun politico, che mise alla berlina le sue richieste di consigli su Facebook. Una volta la deputata chiese aiuto: “Ieri sera mi hanno rubato il portafoglio dalla borsa. Ho perso tutte le ricevute delle spese sostenute finora. Poca roba, circa 250 in un mese. Poiché è mia intenzione trattenere dalle voci di rimborso che compongono il mio stipendio solo quelle effettivamente sostenute e documentate e restituire il resto, cosa faccio? Aspetto vostri consigli”. La risposta del web? Eccola qui.
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