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Categories: Politica

Chi è Roberto Giachetti, candidato sindaco del PD al ballottaggio di Roma

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Chi è Roberto Giachetti? Conosciamo meglio il candidato sindaco alle elezioni amministrative 2016 di Roma, che dopo aver vinto con un’ampia maggioranza le primarie del PD, alla sfida delle Comunali del 5 giugno ha raggiunto la meta del ballottaggio, che lo vede sfidare Virginia Raggi, candidata sindaco del Movimento Cinque Stelle. In politica fin dagli anni ’70, Giachetti prima di entrare nel Pd è stato nel Partito Radicale e nei Verdi, ha contribuito a fondare la Margherita con Francesco Rutelli e ha militato nell’Ulivo di Romano Prodi. Nel 2006, in un’intervista ammise di fumare le canne…

IL PROGRAMMA DI ROBERTO GIACHETTI

Roberto Giachetti è riuscito a guadagnare la sfida al ballottaggio con Virginia Raggi, anche se dietro la candidata del Movimento 5 Stelle che ha raggiunto il 35,25% delle preferenze contro il suo 24,87%. Il candidato PD ha dunque battuto l’amica Giorgia Meloni che in un’intervista dichiarò: ”E’ di straordinario valore, purtroppo sta su posizioni lontane da me una vita”. I cittadini romani hanno ancora qualche giorno di tempo per decidere chi sarà il primo cittadino della capitale, e magari qualche indeciso andrà anche a sfogliare di nuovo il programma della candidata sindaca grillina, in attesa dell’appuntamento del 19 giugno prossimo, quando l’esito del ballottaggio mostrerà il vincitore. Ma focalizziamoci su Giachetti, che ha attraversato da protagonista un pezzo di storia della politica italiana.

Giachetti è nato a Roma il 24 aprile 1961, è divorziato, ha due figli e dal marzo del 2013 è vicepresidente della Camera dei deputati. Ha iniziato a fare politica nei movimenti studenteschi, si è diploma al liceo scientifico e verso al fine degli anni ’70 è entrato nel Partito Radicale. Qui impara che la battaglia può essere condotta a suon di digiuni. Giachetti infatti ha fatto ricorso diverse volte allo sciopero della fame: di recente lo ricordiamo nell’ottobre 2013, dopo la bocciatura del suo stesso partito della cosiddetta “mozione Giachetti” con la quale si chiedeva l’abolizione del Porcellum e un ritorno immediato al Mattarellum, e ancora un paio di anni dopo, nel 2015 per richiedere il plenum della Corte Costituzionale. Dopo essere stato nei Verdi è stato tra i fondatori della Margherita, poi dal 1993 al 2001 è stato capo della Segreteria e Capo di Gabinetto dell’allora sindaco Francesco Rutelli, poi nel 2006 è con L’ulivo di Prodi e nel 2008 con il Partito Democratico.

Spesso si è trovato in dissenso con il Pd, come quando nel 2014 ha votato a favore della responsabilità civile dei magistrati, o quando nel dicembre del 2015 ha lasciato l’incarico alla Comunicazione della Camera dei Deputati in dissenso con la presidente Laura Boldrini sulla procedura per le nomine dell’ufficio stampa della Camera. Nel 2016 si è candidato quindi alle Primarie PD su invito diretto di Matteo Renzi vincendo con il 64% dei voti. Dopo le elezioni Comunali del 5 giugno 2016, Roberto Giachetti e Virginia Raggi si contenderanno la carica di sindaco di Roma al ballottaggio delle amministrative di domenica 19 giugno 2016.

A proposito delle sue battaglie politiche, ha affermato: ”La mia formazione personale e politica mi ha portato a concentrarmi “naturalmente” sull’universo dei diritti umani e civili, sulla condizione dei reclusi e delle strutture carcerarie (ogni anno passo il Natale e l’ultimo dell’anno con i detenuti), sulla tutela dell’ambiente ed ai relativi programmi di sviluppo sostenibile (sono socio sostenitore di Legambiente da molti anni); inoltre mi sono fatto promotore di iniziative volte a garantire il rispetto delle regole istituzionali. L’esperienza della non violenza fa parte integrante del mio percorso umano e per buona parte della mia vita politica l’ho adottata consapevolmente per sposare cause che ritenevo giuste e meritevoli di attenzione, come quando ho affiancato Marco Pannella nello sciopero della sete per sollecitare il Parlamento a ripristinare il plenum della Corte Costituzionale attraverso l’elezione dei due giudici mancanti; o quando ho digiunato per un mese per ottenere la calendarizzazione, a distanza di anni, del ddl Frattini sul conflitto di interessi (a dispetto delle promesse elettorali che lo volevano risolto in 100 giorni), o quando ancora mi sono battuto contro la paralisi di quattro mesi in cui si è trovato il Parlamento, ancora una volta, nell’elezione di due membri della Consulta”.

Giachetti è tifoso della Roma (”Vado allo stadio con mio figlio, Tribuna Tevere, e a spesa mia, sia chiaro”), gira sempre in scooter per le strade della Capitale, ed è molto attivo sui vari social, come Facebook e Twitter, dove pubblica periodicamente foto e video e dove illustra i punti del programma elettorale. Inoltre dal 2013 racconta con dei video settimanali su YouTube l’attività in Aula in una specie di rubrica chiamata “Pillole da Montecitorio”. Qualche anno fa, nel 2006, in un’intervista al quotidiano Libero, aveva dichiarato di essere un consumatore saltuario di cannabis: ”Non è che compro il fumo e mi faccio le canne da solo in casa. Me le faccio nelle occasioni speciali”, raccontando di preferire il ‘fumo’ (”L’erba mi fa proprio schifo. Invece l’hashish è buona”) e quando capitò la sua ‘prima volta’: ”Alla seconda liceo. Io frequentavo l’istituto pubblico romano “Kennedy” e facevo parte del movimento studentesco: c’era l’occupazione giorno e notte, si suonava la chitarra, e poi una cosa tirava l’altra…”. Alla domanda del giornalista: ”Un parlamentare dovrebbe rappresentare lo Stato. Lei lo rappresenta fumandosi le canne?”, segue la risposta di Giachetti: ”No, no. Un parlamentare non rappresenta lo Stato, ma il popolo. Se io dovessi rappresentare tutti quelli che in Italia si fanno una canna, potrei fare il Presidente della Repubblica. Io devo essere giudicato in ragione della mia moralità e onestà. Poi, quello che faccio nel mio privato, fin quando non mi sveglio dopo una canna e dico che voglio reintrodurre il codice militare di guerra, non capisco al popolo che cosa gliene possa fregare. Io che sono per la depenalizzazione delle droghe devo nascondermi perché consumo l’hashish? Per me non è una droga, e voglio che la gente mi giudichi anche per questa mia posizione”.

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Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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