[didascalia fornitore=”ansa”]Rocco Chinnici, foto tratta dal libro ‘Così non si può vivere’ di Fabio De Pasquale e Eleonora Iannelli, Fondazione Chinnici.[/didascalia]
In questo articolo vogliamo ricordare chi è Rocco Chinnici, dando un cenno della biografia del magistrato ucciso dalla mafia il 29 luglio 1983 a Palermo, la cui figura sarà celebrata anche in televisione con una fiction trasmessa dalla RAI. Il profilo di Rocco Chinnici è fondamentale per capire la lotta alla mafia in Sicilia: non a caso è stato lui l’iniziale ideatore e primo costruttore di quello che in seguito, sotto la guida del magistrato Antonino Caponnetto, divenne il cosiddetto ‘pool antimafia’.
Chi è Rocco Chinnici: biografia in pillole
Rocco Chinnici nacque a Misilmeri il 19 gennaio 1925. Dopo aver conseguito la maturità classica nel 1943 frequentò la facoltà di giurisprudenza presso l’Università di Palermo, in cui si laureò nel 1947. Si sposò con Agata Passalacqua, giovane docente di scuola media con la quale nel 1954 mise al mondo Caterina Chinnici, che poi divenne a sua volta magistrato.
Rocco Chinnici iniziò la sua carriera nella magistratura italiana nel 1952: da uditore a pretore, divenne giudice istruttore nel 1966 presso il tribunale di Palermo e magistrato di Corte d’Appello nel 1975. Quattro anni dopo era magistrato di Cassazione e Consigliere Istruttore.
Chinnici e il pool antimafia
Dopo una serie di omicidi eccellenti avvenuti nel 1980 per opera di Cosa Nostra, come l’uccisione del capitano dell’Arma dei Carabinieri Emanuele Basile e dell’amico e procuratore Gaetano Costa, Chinnici ebbe l’idea di creare una squadra di magistrati impegnata nella lotta alla mafia, gettando così le basi per quello che in seguito venne battezzato come ‘pool antimafia’, e nel quale sarebbero entrate figure di magistrati del calibro di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
[didascalia fornitore=”ansa”]Il magistrato Rocco Chinnici[/didascalia]
La convinzione di portare avanti la lotta a Cosa nostra e il lavoro ostinato del pool antimafia portò a un dettagliato lavoro istruttorio che ebbe il suo culmine nella celebrazione del cosiddetto maxi processo di Palermo, che è stato il primo grande processo alla Mafia.
Per il suo impegno da magistrato nei confronti della criminalità mafiosa e per la sua opera di relatore anti-mafia entrò presto nel mirino di Cosa Nostra, che lo uccise a Palermo, il 29 luglio 1983. Ne era consapevole, tanto che un giorno affermò: “La cosa peggiore che possa accadere è essere ucciso. Io non ho paura della morte e, anche se cammino con la scorta, so benissimo che possono colpirmi in ogni momento. Spero che, se dovesse accadere, non succeda nulla agli uomini della mia scorta. Per un Magistrato come me è normale considerarsi nel mirino delle cosche mafiose. Ma questo non impedisce né a me né agli altri giudici di continuare a lavorare”.
[didascalia fornitore=”ansa”]L’attentato a Rocco Chinnici[/didascalia]
Rocco Chinnici e l’attentato a Palermo
Rocco Chinnici fu ucciso a 58 anni, il 29 luglio 1983, con un’autobomba carica di 75 kg di esplosivo, azionata dal sicario mafioso Antonino Madonia. Con lui persero la vita anche due uomini della scorta, il maresciallo Mario Trapassi, e l’appuntato Salvatore Bartolotta, e Stefano Li Sacchi, portiere dello stabile di via Pipitone Federico, dove scoppiò la bomba.
Dal 1985 in suo onore è stato istituito il “Premio Rocco Chinnici”. Il magistrato è inoltre ricordato nell’elenco delle vittime di mafia, ogni 21 marzo nella Giornata della Memoria e dell’Impegno di Libera, la rete di associazioni contro le mafie.
[didascalia fornitore=”ansa”]Funerali di Rocco Chinnici e delle vittime dell’attentato di via Federico Pipitone: Mario Trapassi, Salvatore Bartolotta e Stefano Li Sacchi.[/didascalia]
Il film su Rocco Chinnici
Nel 2014 la figlia di Rocco Chinnici, Caterina Chinnici, scrisse un libro di ricordi dal titolo ‘È così lieve il tuo bacio sulla fronte’ sul quale si è basato Michele Soavi per girare la fiction che Rai1 manderà in onda martedì 23 gennaio in prima serata. Protagonista è Sergio Castellitto, che presta il volto all’ideatore del pool antimafia. Cristiana Dell’Anna dà il volto alla figlia. E’ la storia di un padre in lotta contro la mafia raccontata dal punto di vista privilegiato di una figlia. Non c’è dunque soltanto la storia professionale di Chinnici, ma della sua famiglia e del suo rapporto con la figlia.
[didascalia fornitore=”ansa”]Da sinistra, Cristiana Dell’Anna, Sergio Castellitto e Caterina Chinnici durante la presentazione del film RAI ‘Rocco Chinnici. È così lieve il tuo bacio sulla fronte’ presso la sede di viale Mazzini a Roma, 16 gennaio 2018[/didascalia]
“Ho voluto scrivere il libro facendo anche violenza su me stessa. L’ho fatto perché volevo che il mio papà vivesse almeno ancora una volta e con questo film si realizza il mio desiderio”, è il commento di Caterina Chinnici. “Per un figlio non è semplice accettare una morte così ma ci siamo convinti che il sacrificio di mio padre ha avuto un senso così come gli altri, che purtroppo sono stati tanti”, spiega ancora parlando del contrasto alla mafia. “Certamente non è sconfitta – conclude la figlia del magistrato – ma mio padre con la creazione del pool ha cambiato la cultura del lavoro giudiziario”.
“Rocco Chinnici era un grande uomo che ha avuto un’intuizione formidabile capendo che la condivisione del proprio lavoro con gli altri colleghi era fondamentale. Il pool antimafia fu una sua idea”, è il commento dell’attore Sergio Castellitto. “Inoltre era un grande cercatori di talenti. Fu lui che andò a cercarsi i migliori ‘numeri nove’ che poi tragicamente sono diventati i nostri eroi come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.
Ci auguriamo che dopo la messa in onda del film, la storia di Chinnici continui a essere raccontata anche nelle scuole per ricordare non solo la figura del magistrato ma anche quella dell’uomo.