Thomas Mair è l’assassino di Jo Cox, deputata laburista britannica uccisa a Birstall a coltellate e colpi di pistola. Secondo chi lo ha conosciuto, si tratterebbe di un esaltato sostenitore della supremazia della razza bianca. Di più: un solitario con problemi psichici e lettore di un magazine razzisti. Thomas Mair, 52 anni, nello specifico era un sostenitore del gruppo neonazista National Alliance (NA) con sede negli Stati Uniti e aveva alle spalle una lunga storia di nazionalismo bianco. È quanto sostiene il Southern Poverty Law Centre, organizzazione no-profit con sede negli Stati Uniti che monitora l’attività di oltre 1.600 gruppi d’odio ed estremisti attivi nel Paese, tra cui il Ku Klux Klan, il movimento neonazista e skinhead razzisti.
Perché colpire Jo Cox: nella mente deviata di Mair, Jo Cox rappresentava tutto ciò contro cui egli combatteva. Cox era infatti a favore dell’integrazione, di un’immigrazione controllata e della società multiculturale. Cose che alle orecchie di Mair suonavano come bestemmie.
(L’assassino Thomas Mair)
“Secondo dati ottenuti dal Southern Poverty Law Centre (Splc), Mair era un sostenitore della National Alliance (NA), un tempo prima organizzazione neo-nazi negli Stati Uniti, per decenni”, scrive il gruppo sul suo sito, aggiungendo che “Mair nel 1999 aveva acquistato un manuale dall’NA in cui c’erano istruzioni su come costruire una pistola”. Secondo l’Splc, che cita le fatture di beni acquistati presso National Vanguard Books (legato alla National Alliance), Mair aveva inviato solo poco più 620 dollari alla NA.
L’uomo avrebbe acquistato periodici pubblicati da National Vanguard Books, nonché libri con istruzioni sulla realizzazione di armi, con titoli come ‘Chemistry of Powder & Explosives’, ‘Incendiaries’ e ‘Improvised Munitions Handbook’; in quest’ultimo libro c’è una sezione dal titolo ‘Pipe Pistol For .38 Caliber Ammunition’, che fornisce istruzioni per la costruzioni di una pistola con elementi che si possono acquistare in ogni negozio di ferramenta. Secondo quanto scrive il Southern Poverty Law Centre, la National Alliance è conosciuta soprattutto per il lavoro del suo fondatore, ora morto, William Pierce, ex professore di fisica che ha anche scritto romanzi razzisti. Uno di questi, intitolato ‘The Turner Diaries’, racconta la storia immaginaria post apocalittica di un uomo bianco che combatte una guerra di razza che potrebbe avere dato ispirazione al responsabile dell’attentato di Oklahoma City del 1995, Timothy McVeigh.
Sempre l’Splc ricorda che, stando a quanto riportato dal Daily Telegraph, Mair era un abbonato al magazine sudafricano ‘S. A. Patriot’ pubblicato dal gruppo pro apartheid White Rhino Club, la cui posizione editoriale viene definita dal gruppo stesso opposta alle “società multiculturali” e “all’islam espansionista”. Secondo il Daily Telegraph, un post di un blog risalente a gennaio 2006 attribuito al White Rhino Club definiva Mair “uno dei primi abbonati e sostenitori di S. A. Patriot”.
Sgomento fra i familiari del killer razzista, tanto più che uno dei fratelli non è di “pura razza bianca” per utilizzare un’orribile espressione che sarebbe forse piaciuta a Thomas Mair.
Secondo Duane St Louis, il fratellastro 41enne del killer, Tommy Mair “non avrebbe fatto del male a una mosca: non ha mai espresso alcuna opinione sul Regno Unito, né sulla politica, né tendenze razziste. Sono meticcio – ha concluso St Louis – e sono il suo fratellastro. Andavamo d’accordo”.
Un altro fratello, il 50enne Scott Mair ha spiegato che Thomas aveva alle spalle “una storia di malattia mentale” sebbene avesse ricevuto aiuto. Scott Mair ha aggiunto che lui e la sua famiglia si stanno “battendo per capire cosa sia successo: mio fratello non è violento e non è così politicizzato. Non sappiamo neanche per chi voti. Sono chiaramente scosso per questa notizia. Mi dispiace tanto per la deputata e la sua famiglia”.
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