Chi era il giornalista dell’AFP Arman Soldin ucciso da un bombardamento in Ucraina

Arman Soldin, coordinatore video dell’agenzia di stampa francese AFP in Ucraina, è stato ucciso durante un attacco con razzi Grad nell’est del Paese, come confermato dalla stessa agenzia. Il bombardamento è avvenuto nel pomeriggio e ha causato la morte del giornalista, che si trovava in compagnia di colleghi dell’AFP al momento dell’attacco. Soldin era un giornalista esperto e stimato, che aveva lavorato in diverse zone di conflitto internazionali.

Arman Soldin
Arman Soldin – Nanopress.it

La sua morte rappresenta una tragica perdita per la professione giornalistica e sottolinea la pericolosità del lavoro dei corrispondenti esteri in situazioni di conflitto. Le autorità ucraine stanno indagando sull’accaduto e cercando di identificare i responsabili dell’attacco. L’AFP ha espresso le sue condoglianze alla famiglia e agli amici di Soldin.

Il giornalista Arman Soldin ucciso durante un attacco in Ucraina

Secondo quanto riportato dalle fonti, l’attacco missilistico Grad, che ha causato la morte del giornalista Arman Soldin, è avvenuto intorno alle 16.30 ora locale (15.30 in Italia) nei pressi della località di Chasiv Yar, vicino a Bakhmut,  zona teatro dei più sanguinari combattimenti al fronte tra esercito ucraino e truppe russe. Si tratta di una zona di conflitto tra l’Ucraina e le truppe di Mosca dove sono in atto i combattimenti in prima linea più duri della guerra ucraina.

France Presse tramite il suo account Twitter ha riferito in merito alla morte di Soldin: “Siamo sconvolti nell’apprendere della morte oggi del video giornalista dell’Afp Arman Soldin nell’est dell’Ucraina. Tutti i nostri pensieri vanno alla sua famiglia e ai  suoi cari”.

Soldin era un giornalista di 32 anni dell’AFP ed ha perso la vita mentre svolgeva il suo lavoro nell’est dell’Ucraina durante un attacco missilistico.

Era in compagnia di quattro colleghi al momento dell’attacco, gli altri sono rimasti illesi. I giornalisti dell’AFP si trovavano insieme a soldati ucraini quando sono stati colpiti dai razzi. La famiglia di Soldin è stata informata della sua morte.

L’AFP ha inviato i suoi giornalisti in questa zona per riferire sugli scontri nella regione, che è stata un punto focale della lotta al fronte in Ucraina e dove si protraggono da mesi sanguinari scontri.

Fabrice fmFries, CEO di AFP, ha dichiarato: “L’agenzia nel suo complesso è crollata. La sua morte è un terribile promemoria dei rischi e dei pericoli che i giornalisti affrontano quotidianamente quando coprono il conflitto in Ucraina “. 

Phil Chetwynd, direttore delle notizie di AFP, ha voluto ricordare il giornalista devrivendolo come: “coraggioso, creativo e tenace. Il brillante lavoro di Arman riassume tutto ciò che ci rende orgogliosi del giornalismo dell’AFP in Ucraina “.

Il percorso del giornalista

Arman Soldin, giornalista dell’AFP ucciso nell’attacco missilistico in Ucraina, era un esperto reporter di immagini che aveva lavorato precedentemente a Londra.

Da settembre 2022 Soldin era il coordinatore video dell’agenzia in Ucraina e si recava regolarmente in prima linea per coprire gli eventi nella regione. Faceva anche parte del team dell’AFP che ha coperto le notizie durante i primi giorni dell’invasione russa in territorio ucraino.

La sua morte rappresenta un monito della pericolosità  della professione giornalistica in zone critiche e solleva polemiche per la tutela della categoria. Soldin era un giornalista esperto e stimato, le cui capacità e coraggio saranno ricordati dalla comunità giornalistica internazionale.

AFP Soldin
Soldin – Nanopress.it

Secondo quanto riportato da un portavoce dell’AFP Soldin era un giornalista pieno di energia e totalmente devoto alla sua professione. Il reporter di nazionalità francese con origini bosniache, era stato assunto come stagista a Roma nel 2015 e per oii trasferirsi nella sede londinese dell’agenzia nello stesso anno.

Si tratta  almeno dell’undicesimo reporter, faccendiere o autista di giornalisti ucciso in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa il 24 febbraio 2022, secondo un conteggio delle ONG specializzate RSF e CPJ. La sua morte sottolinea la pericolosità del lavoro dei giornalisti in zone di conflitto e la necessità di proteggere la libertà di stampa e il diritto all’informazione.

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