[didascalia fornitore=”altro”]La Regina Vittoria col Principe consorte Alberto e i loro figli[/didascalia]
E’ stata una delle protagoniste indiscusse del XIX secolo: ma chi era la Regina Vittoria d’Inghilterra? Scorrendo la biografia di questa sovrana (figlia del principe Edoardo, duca di Kent e Strathearn, e della principessa tedesca Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld) ci si accorge subito dell’enorme importanza che ebbe il suo regno: nata nel 1819, ereditò il trono a soli diciott’anni, dimostrandosi, nonostante la giovane età, perfettamente in grado di rappresentare la Corona. Il suo fu un regno lunghissimo – 63 anni, 7 mesi e 2 giorni – il secondo più lungo della storia del Regno Unito (il primato, com’è noto, spetta alla pronipote Elisabetta II) e l’epoca in cui regnò – conosciuta come ‘epoca vittoriana’ – fu un momento di grande sviluppo per l’Inghilterra del tempo, al centro di un grande fermento politico e culturale che segnò l’espansione di tutto l’Impero Britannico. Per conoscere meglio questo personaggio, tra l’altro protagonista di una serie tv di successo (Victoria, il cui primo capitolo, trasmesso recentemente da Canale 5, racconta i primi 5 anni dell’epoca vittoriana), eccone una breve biografia: dagli intrighi di Corte all’amore per Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, cugino diretto prima, e marito e principe consorte dopo.
Nata a Londra nel 1819, la futura Regina Vittoria d’Inghilterra cresce a Kensington Palace in maniera piuttosto rigida costretta, tra l’altro, a condividere la propria stanza con la madre (il padre Edoardo muore quando lei ha solo otto mesi). Sale al trono giovanissima – a diciotto anni – dopo la morte dello zio Guglielmo IV e, nonostante l’insicurezza iniziale, si dimostra subito in grado di rappresentare al meglio la Corona.
Con l’incoronazione di Vittoria a Regina nel 1837, inizia il periodo passato alla storia come ‘epoca vittoriana’, una serie di cambiamenti epocali che elevano il Regno Unito ad una delle maggiori potenze del mondo, dall’espansione dell’impero coloniale allo sviluppo industriale, dall’alfabetizzazione alle istituzioni politiche più avanzate d’Europa e non solo.
Quando la Regina Vittoria eredita il trono, Lord William Lamb, II visconte di Melbourne, ricopre la carica di Primo Ministro. Per la giovane (ed ancora inesperta) sovrana, l’uomo rappresenta quel padre che tanto le manca, dati i rapporti tormentati con la madre e con il di lei consigliere ed amante segreto, John Conroy. Per questo, Vittoria vede in Lord Melbourne un vero e proprio maestro di politica, un uomo arguto e mondano per il quale si prende una cotta. Per gli standard dell’epoca, però, un matrimonio col premier è del tutto inconcepibile: per questo è lo stesso Lord Melbourne a favorire le nozze tra la Regina Vittoria ed il cugino diretto Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, che sposa nel 1840 indossando un memorabile abito bianco (pare che la tradizione di vestire in bianco per la sposa nasca proprio con questo matrimonio).
Dall’unione tra Vittoria e Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha – che fu, stando alla biografia della Regina, molto passionale e sincero – nacquero ben nove figli che contribuirono a creare l’immagine della tipica famiglia vittoriana, diversa, a quanto pare, da quella che era in realtà: a parer di molti storici, infatti, Vittoria non ebbe mai un grande trasporto verso i propri figli, frutto di un piacere fisico continuamente ricercato più che il coronamento di una lunga storia d’amore. La Regina Vittoria, infatti, trovò in Alberto non solo un compagno di vita e un marito passionale, ma anche un ottimo consigliere politico nonché degno sostituto, come figura dominante della sua vita, del facoltoso Lord Melbourne.
Alberto morì, nel 1861, a poco più di 40 anni, lasciando la Regina sola, disperata ed incapace di pensare alle questioni di governo. Cadde ben presto in depressione tanto che, si racconta, dormì per molto tempo con un calco della mano del marito nel letto, facendo riempire tutte le mattine il suo catino di acqua calda come se ancora il consorte fosse in vita.
[didascalia fornitore=”altro”]La Regina Vittoria d’Inghilterra e Abdul Karim, suo segretario, nel 1893[/didascalia]
Le cose cambiarono allorché giunse a Londra John Brown, ex valletto scozzese del marito che divenne il cameriere personale della Regina, che se ne invaghì. Stando alla sua biografia, infatti, pare che gli amanti della Regina Vittoria fossero diversi: durante la sua storia con Brown, ebbe modo di coltivare anche un’altra relazione, quella con Benjamin Disraeli, politico e scrittore britannico protagonista delle guerre coloniale dell’epoca. L’ultimo amore della sua vita, invece, lo visse piuttosto anziana, a 68 anni, quando s’invaghì di un indiano che rispondeva al nome di Abdul Karim. Vittoria, infatti, proclamata nel frattempo Imperatrice d’India, era molto attratta dalla filosofia orientale e, desiderosa di trascorrere gli ultimi anni in India, ed affascinata anche da quel giovane indiano, nominò Abdul suo segretario. Ciò suscitò turbamento nella famiglia reale, che accusò l’uomo di essere una spia e di influenzare negativamente la sovrana.
La Regina Vittoria morì il 22 gennaio del 1901 a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute (era affetta da una forma grave di reumatismi) e per la sua morte, pare, lasciò disposizioni ben precise: vestita col suo abito nuziale, volle accanto, nella bara, il calco della mano dell’amato Alberto da una parte, e una ciocca di capelli e una fotografia di John Brown, dall’altra. Secondo alcuni, l’anello che la Regina portava al dito apparteneva alla madre di Brown, indizio, per molti, che i due si fossero sposati in segreto.
Sulla Regina Vittoria, celebre, tra l’altro, anche per l’altezza non proprio eccessiva (circa 1 metro e cinquanta), sono stati realizzati diversi film, dal 1913 (con Sixty Years a Queen) ai più recenti Victoria (serie tv britannica interpretata da Jenna Coleman ed andata in onda in Inghilterra nel 2016, mentre in Italia a dicembre 2017 su Canale 5) e Vittoria e Abdul, basato sull’omonimo romanzo di Shrabani Basu, che racconta la storia vera dell’amicizia tra la Regina ed il suo segretario indiano Abdul Karim. La biografia della sovrana, infine, o quantomeno la sua giovinezza, è ben raccontata anche in altro famoso film, The Young Victoria (di Jean-Marc Vallée, con Emily Blunt e Rupert Friend) che ci regala un’immagine del tutto diversa rispetto a ciò che ci tramanda la storia: tutt’altro che fredda e puritana, Vittoria era una donna passionale ed appassionata, ‘artefice’ di un regno prospero e lunghissimo e capace di ‘deliziarsi’ nel corpo e nello spirito. Ben lontana dall’immagine algida e severa che, ancora oggi, possiamo ammirare nella sua statua di fronte a Buckingham Palace.
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