Chi inventò gli esami di maturità? Tutti gli studenti alle prese con gli esami di Stato se lo sono chiesto almeno una volta nella vita. Perché l’esame della maturità non è sempre esistito, ma ha una data di nascita ben precisa, il 1923. Ti è venuta ancora maggiore curiosità di sapere tutta la storia degli esami di maturità? Allora seguici con attenzione perché in questo articolo racconteremo proprio chi ha inventato gli esami di maturità, quando, dove, perché e come si è evoluto finora.
CHI HA INVENTATO L’ESAME DELLA MATURITA’
Eccoci a raccontare la storia degli esami di maturità rispondendo alla prima domanda che tutti gli studenti si pongono: chi ha inventato l’esame della maturità? La risposta è secca: Giovanni Gentile. Per capirne di più dobbiamo tornare indietro, ai tempi del fascismo di Benito Mussolini, e più precisamente nel 1923, un anno dopo la marcia su Roma e la nascita del primo governo Mussolini. Gentile era l’allora Ministro della Pubblica Istruzione.
STORIA DELLA MATURITÀ: LA RIFORMA GENTILE
Dopo aver chiarito quando è nata la Maturità, vediamo di capirne qualcosa in più circa la storia. Nel 1923, durante il fascismo, il Ministro all’Istruzione del Governo Mussolini, Giovanni Gentile, mette mano alla riforma scolastica ‘inventando’ gli esami di maturità. Gli esami di Stato servivano da tappa per poter essere ammessi agli studi universitari.
COME ERA IL PRIMO ESAME DI MATURITA’
In un primo momento l’esame di maturità era particolarmente impegnativo, formato da 4 prove scritte e un orale su tutti i programmi d’esame affrontati nel percorso di studio superiore (cioè 3 anni per il liceo classico e 4 anni per il liceo scientifico). Le commissioni erano rigorosamente esterne, formate da docenti universitari e il Ministro stesso aveva il ruolo di presidente. Gli studenti dovevano sostenere gli esami fuori sede e non nella scuola frequentata. Il punteggio finale non era unico ma sulle singole materie. Le prove da superare all’esame di Maturità erano: italiano, latino e greco al classico; italiano, matematica e lingua straniera allo scientifico.
STORIA DELL’ESAME DI MATURITÀ E LE SUE RIFORME
Cari studenti di oggi, consolatevi pensando che l’esame di Stato ideato da Gentile era molto più difficile di quello che si affronta ai nostri giorni, tanto che già il ministro che prese il posto di Gentile, Pietro Fidele, attuò delle riforme. E tante furono quelle dei governi a venire. Dopo aver capito chi inventò gli esami di maturità facciamo allora un breve elenco di tutte le principali riforme dell’esame di maturità (che ormai si chiama ‘di Stato’) che si sono succedute negli anni:
1940, Riforma Bottai: l’esame finale viene sostituito con uno scrutinio finale a causa della guerra che rendeva difficile gli spostamenti di studenti e insegnanti.
1952, Riforma Gonnella: l’esame di maturità torna a essere quello della Riforma Gentile anche se i commissari esterni diventano due e vengono limitati i programmi d’esame agli ultimi due anni di corso.
1969, Riforma Sullo: l’esame di maturità diventa più semplice, resta la commissione esterna con un solo membro interno. Ci sono due prove scritte e due materie per il colloquio orale, di cui una a scelta dello studente. Il punteggio finale viene espresso in sessantesimi.
1994, Riforma D’Onofrio: cambiano criteri per nominare i presidenti e i membri di commissione per limitare le spese di trasferta.
1997, Riforma Berlinguer: si aggiorna la struttura dell’Esame di Stato con tre prove scritte (una è stabilita dalla Commissione) e un colloquio orale su tutte le materie dell’ultimo anno. La Commissione è composta da 6 o 8 commissari, metà interni e metà esterni, più il Presidente esterno. Sono inseriti anche i crediti scolastici e i crediti formativi. La votazione è espressa in centesimi: 45 punti alle prove scritte, 35 al colloquio orale, 20 ai crediti.
2001, Riforma Moratti: la Commissione è formata solo da membri interni e da un Presidente esterno nominato per tutte le Commissioni che operano in un singolo istituto.
2007, Riforma Fioroni: si ritorna alle Commissioni miste (metà commissari esterni e metà interni) e il punteggio delle prove viene ristabilito: 45 punti per gli scritti, 30 per l’orale, 25 punti per i crediti scolastici. Viene introdotta la lode per chi ottiene 100 senza che la commissione aggiunga punti bonus (che sono massimo 5).
2010, Riforma Gelmini: per essere ammessi alla Maturità non basta la media del 6 ma è necessario ottenere almeno 6 in tutte le materie.
2012, Riforma Profumo: le tracce dell’esame di maturità sono inviate alle Commissione d’esame per via telematica, tramite un sistemo criptato a doppia chiave.
2017, Riforma Buona Scuola: il cambio dell’esame di Maturità slitta dal 2018 al 2019. Ci saranno due prove scritte e un colloquio orale (punteggio massimo di 20 punti ciascuno), quindi la terza prova sarà abolita e all’orale ci saranno domande sull’attività svolte in alternanza Scuola-Lavoro che diventerà un requisito necessario per accedere all’esame. Il giudizio finale resta in centesimi ma sarà dato più valore all’andamento scolastico durante gli ultimi tre anni di superiori: i crediti scolastici passano da 25 a 40. Sarà introdotto il test Invalsi in quinta superiore per poter accedere alla maturità ma il suo voto non peserà sull’esame di Stato, ma sarà riportato nella documentazione allegata al diploma.
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