L’assegno di inclusione verrà introdotto dal primo gennaio del 2024.
Fino alla fine del 2023, il reddito di cittadinanza continuerà ad essere erogato per i beneficiari non occupabili senza quindi tener conto del limite delle 7 mensilità che inizialmente era stato introdotto dalla legge di bilancio.
Durante il Consiglio dei ministri del primo maggio, è stato approvato il decreto lavoro. Una delle novità introdotte è quella che riguarda l’arrivo dell’assegno di inclusione il quale sarà valido dal primo gennaio del 2024 ed è indirizzato a tutti quei nuclei familiari al cui interno è presente almeno un disabile, un minore oppure un over 60. Invece, dal primo settembre del 2023, per gli occupabili è in arrivo lo strumento di attivazione al lavoro che prevede percorsi di formazione o la partecipazione al servizio civile sostitutivo.
Il reddito di cittadinanza, per i beneficiari non occupabili, sarà valido fino alla fine del 2023 senza rispettare il limite dei sette mesi che inizialmente aveva stabilito la legge di bilancio. Una deroga che può essere applicata soltanto per quei nuclei familiari al cui interno sono presenti minorenni, disabili oppure over 60. È molto importante però sapere che prima che scadano i 7 mesi, ogni nucleo dovrà essere preso in carico dei servizi sociali poiché non risultano essere attivabili al lavoro.
Quindi, a partire dal 2024 l’assegno di inclusione potrà essere ottenuto da quei nuclei familiari in cui almeno un membro appartiene alla categoria di disabile, minorenne oppure over 60. Un beneficio che non va oltre 6.000 euro all’anno, e quindi 500 euro al mese a cui si può unire anche il contributo di affitto pari a 280 euro al mese solo nel caso in cui questo sia sottoscritto da un regolare contratto.
Il beneficio in questione aumenta quindi a 7.560 euro all’anno, ossia 630 euro al mese nel caso in cui il nucleo familiare è composto soltanto da over 67 oppure da persone che hanno un’età uguale o più alta di 67 anni. Inoltre il beneficio in questione è valido anche per nuclei al cui interno sono presenti tutti i familiari con condizioni gravi disabilità o di non autosufficienza. In questo caso, il contributo per l’affitto diminuisce il 1.800 euro all’anno, ossia a 150 euro al mese. L’assegno di inclusione verrà erogato per 18 mesi e, dopo 30 giorni di stop, potrà essere rinnovato per altri 12 mesi.
Una delle novità introdotte con l’assegno di inclusione riguarda il rifiuto della proposta lavorativa. Infatti, coloro che non accettano un qualsiasi posto di lavoro, perderanno il sussidio. Infatti, il componente del nucleo familiare che beneficia dell’assegno di inclusione, il quale risulta essere attivabile al lavoro, è costretto ad accettare un rapporto a tempo indeterminato o della durata di 12 mesi in qualsiasi zona d’Italia. Una condizione che verrà applicata anche nel caso in cui si parla di lavoro a tempo pieno o a tempo parziale che non sia più basso del 60% dell’orario a tempo pieno o nel momento in cui la retribuzione non è più bassa dei minimi salariali.
Nel caso in cui l’offerta ricevuta vede un contratto inferiore a 12 mesi, il luogo di lavoro non deve essere più lontano di 80 km dal luogo di residenza. Nel momento in cui si accetta un contratto da 1 a 6 mesi, il beneficiario vedrà sospeso l’assegno.
Per ciò che concerne la scala di equivalenza, ogni componente del nucleo vedrà assegnarsi un punteggio il quale fa aumentare la soglia di reddito. Infatti, il valore del beneficio cambia in base al numero dei componenti della famiglia, acquistando un peso più importante nel caso in cui uno dei componenti presenta disabilità o non autosufficienza. Per accedere all’assegno di inclusione il limite Isee non deve essere superiore a 9.360 euro.
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