Chi sarà il nuovo direttore generale della Rai? Il toto-nomine

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Chi sarà il nuovo direttore generale della Rai? Il toto-nomine dopo le dimissioni di Antonio Campo Dall’Orto è partito in grande stile, tra giornalisti, ex direttori di rete in attesa di nuovo collocamento e naturalmente le nomine più politiche, visto che comunque l’ombra lunga del governo si allunga da sempre dentro l’azienda di Stato delle telecomunicazioni. Il valzer dei nomi a Viale Mazzini è appena all’inizio e sarà il Consiglio d’Amministrazione del 6 giugno 2017 ad estrarre dal cilindro il nuovo dg Rai.

La domanda su chi sarà il nuovo direttore generale della Rai ha cominciato a circolare dopo le dimissioni di Antonio Campo Dall’Orto, il manager veneto nominato in quota governativa assieme alla Presidente Rai Monica Maggioni.

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Quindi, ora è il momento del toto-nomine per il posto di direttore generale della Rai: stando alle varie fonti i nomi più papabili (e apprezzati per la par condicio) sono quelli di Paolo Del Brocco, attuale amministratore delegato di Rai Cinema, o Luciano Flussi, direttore generale di Rai Pubblicità, mentre qualcuno riporta persino Mario Orfeo, direttore del Tg1, però poco apprezzato dalla commissione di Vigilanza (che comunque non avrebbe voce in capitolo, trattandosi di nomina governativa). Tra i nomi interni alla Rai circola anche quello di Claudio Cappon, segretario generale della Conferenza dell’audiovisivo dei Paesi dell’area mediterranea, che è già stato in passato e per due volte direttore generale della Rai.

Tra gli altri nomi in circolazione vanno segnalati Nino Rizzo Nervo, già giornalista in Rai e oggi consigliere del premier Paolo Gentiloni, che però non è molto gradito alla quota di centrodestra. Nelle ultime ore sono spuntati anche i nomi di Giancarlo Leone, ex dg di Rai 1 ora passato a dirigere una società di comunicazione, e di Antonio Di Bella, direttore di Rainews. Meno quotati ma comunque nei rumors anche Andrea Vianello, ex direttore di Rai 3, e Milena Gabanelli, giornalista ex conduttrice di Report.

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Nel giro di due anni Antonio Campo Dall’Orto ha portato benefici evidenti in casa Rai, gli va riconosciuto: una delle sue grandi conquiste è stata indubbiamente Rai Play, che ha reso sempre più digitale l’azienda. Non sono stati però da meno gli scivoloni – ne abbiamo notati parecchi in questi due anni intensi – e i casi che si sono creati dopo alcuni licenziamenti e sospensioni forzate, una su tutte Paola Perego e il suo ‘Parliamone sabato’ dopo la puntata discriminatoria sulle donne dell’Est.

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Ciò che ha fatto tanto discutere nelle ultime settimane è stato l’obbligo del tetto agli stipendi dei dipendenti Rai fissato a 240mila euro, che è stata una delle cause che ha portato Campo Dall’Orto a rimettere il suo mandato nelle mani del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. L’altra spinosa questione, quella definitiva, è stata la bocciatura del piano news nell’ultimo Cda, vero e proprio spauracchio dei dirigenti Rai degli ultimi anni.

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Qualunque sia la decisione in merito, con outsider che potrebbero rappresentare una sorta di traghettatura fino al 2018 (anno in cui si deciderà il nuovo Cda) o nomine bipartisan gradite a tutti, la decisione spetterà al Consiglio di Amministrazione Rai del 6 giugno 2017, quando verrà affidata la nomina. Poi si dovrà ratificare. Intanto continuano le speculazioni su chi sarà il nuovo direttore generale della Rai dopo Campo Dall’Orto.

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