Christian Movio e Luca Scatà sono gli agenti che intorno alle 3 della notte del 23 dicembre, fuori dalla stazione di Sesto San Giovanni, nel corso di controllo di routine, si sono trovati faccia a faccia con il terrorista Anis Amri, il killer dell’attentato di Berlino. Non appena hanno visto che l’uomo opponeva resistenza gli hanno sparato uccidendolo. Anis Amri sarebbe stato identificato dalle impronte digitali.
I due agenti hanno fermato l’uomo per un normale controllo, questi ha aperto lo zaino fingendo di cercare i documenti, per estrarre invece una pistola calibro 22, con la quale ha colpito uno dei due poliziotti al grido di ‘Allah Akbar’. Immediata la reazione del collega che ha sparato, uccidendolo. Le indagini e i rilievi sono andati avanti per tutta la notte e, nella tarda mattinata, è arrivata la conferma: l’uomo era proprio Anis Amri, il killer della strage di Berlino.
CHRISTIAN MOVIO
A dare il nome del poliziotto ferito è stato il ministro Minniti nel corso della conferenza stampa di questa mattina, al Viminale. Si tratta di Cristian Movio, agente del commissariato di Sesto San Giovanni, che è stato colpito alla spalla ed è attualmente ricoverato all’ospedale di Monza. Le sue condizioni fortunatamente non sono gravi. Di lui, il ministro Minniti, ha detto: ‘E’ una persona straordinaria, un ragazzo molto motivato. L’ho ringraziato per la professionalità dimostrata insieme al suo collega. Gli ho trasmesso la mia gratitudine personale e gli ho fatto gli auguri di una pronta guarigione. Nei prossimi giorni andrò personalmente ad abbracciarlo. Gli ho anche fatto gli auguri di Buon Natale, dicendogli che grazie a persone come lui gli italiani potranno fare un Natale ancora più felice’.
LUCA SCATA’
A sparare e uccidere Amri è stato invece il collega, Luca Scatà: 29 anni, siciliano di Canicattini, laureato in ingegneria, che da pochi mesi era un agente in prova al commissariato di Sesto San Giovanni.
‘Nuova vita… commissariato di Sesto san Giovanni, Milano’, sono queste le parole, pubblicate su Facebook lo scorso 27 ottobre, con cui annunciava la sua nuova ‘avventura’ come agente della Polizia di Stato, lontano dalla sua casa di Canicattini, in Sicilia.
Dal suo profilo Facebook si scopre anche che era un appassionato di moto e non solo, era anche molto amato da amici e familiari, infatti quando è partito per la sua avventura milanese, lo hanno incoraggiato con tanti messaggi affettuosi e ricci di positività: ‘Oggi inizia una nuova fase della tua vita! Ti auguro che sia serena e felice!’, scriveva il padre.
Poco prima della sparatoria, aveva scritto sul suo profilo: ‘Sulla strada diretta c’è il sole e non ci sono ombre’. Eppure di lì a poco si sarebbe trovato alle prese con un terrorista che apre il fuoco sul suo collega.
LE POLEMICHE PER LA DIFFUSIONE DELLE IDENTITA’
La diffusione delle identità dei due agenti coinvolti nell’uccisione dell’attentatore di Berlino da parte del ministro degli Interni in conferenza stampa ha scatenato aspre polemiche, anche sui social, per le possibili ritorsioni da parte del terrorismo islamico. Ma sulla questione, che ha scatenato anche le reazioni del mondo politico e sindacale, è intervenuto lo stesso capo della polizia Franco Gabrielli, spiegando e sottolineando come, l’aver pubblicato i nomi “non è né un errore né un’esposizione“.