Chi sono i lavoratori precoci? Sono quelle persone che hanno iniziato a lavorare prima di aver compiuto 18 anni, quindi molto presto rispetto a chi invece ha atteso la ‘normale’ entrata nel mondo del lavoro, magari dopo aver concluso l’intero ciclo di studi, fino alla laurea e oltre. Va ricordato che in Italia, per contrastare fenomeni riguardanti lo sfruttamento del lavoro minorile, l’art. 37 della Costituzione prevede che sia la legge a stabilire il limite minimo di età per il lavoro salariato. Vediamo altri dettagli di seguito.
Il limite minimo di età per lavorare in Italia è stato disciplinato dall’art. 3 della L. n. 977/1967, e successivamente modificato dall’art. 5 del D.Lgs n. 345/1999. Il testo recita che: “l’età minima di ammissione al lavoro è fissata al momento in cui il minore ha concluso il periodo di istruzione obbligatoria e comunque non inferiore ai 15 anni compiuti“.
Si comprende quindi che l’età minima di ammissione al lavoro non può essere inferiore all’età in cui di fatto si interrompere l’obbligo scolastico. Con la legge 296/2006 si è aggiornato ancora il limite, visto che si è innalzato a 10 anni l’obbligo di frequentare le scuole, quindi, seguendo questo principio, i giovani lavoratori possono cominciare a fare un mestiere dai 16 anni in poi.
Ci sono comunque alcune eccezioni previste dalla normativa, soprattutto per quanto riguarda il concetto del “limite di età” minimo per l’introduzione nel mondo del lavoro. E’ infatti concesso l’impiego dei minori sotto ai 14 anni di età (art.4 della L.n.977/67, sostituito dall’art.6, comma 1, del D. Lgs.n.345/99), purché siano impiegati in attività lavorative di carattere culturale, artistico, sportivo e pubblicitario, nonché nel settore dello spettacolo, purché ciò non pregiudichi ”la sicurezza, l’integrità psicofisica e lo sviluppo del minore stesso, la frequenza scolastica o la partecipazione a programmi di orientamento o formazione professionale”. Ovviamente è necessario, in questi casi, avere l’assenso scritto di chi esercita la potestà genitoriale sui minorenni.
Con la riforma delle pensioni pensata dal governo Renzi nel 2016, sono state annunciate delle misure di tutela dei lavoratori precoci, ma soltanto per quelli che sono stati chiamati lavoratori precoci ‘veri’, in contrapposizione a coloro che hanno cominciato presto a lavorare, ma comunque a cavallo o dopo i 19/20 anni.
Chi sono dunque i lavoratori precoci veri? Sono tutti quei lavoratori che hanno iniziato a svolgere una mansione regolarmente retribuita (cioè anche con il pagamento dei contributi pensionistici in regola) in un età compresa tra i 14 e i 18 anni.
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