“Siamo a un ottimo punto”, sta continuando a ripetere la premier in pectore, Giorgia Meloni, ai cronisti. Anche oggi, mentre arrivava a Montecitorio, la leader di Fratelli d’Italia ha detto questo. E c’è da crederci, considerato l’incontro positivo di ieri con Silvio Berlusconi nella sede del suo partito, a via della Scrofa. Ma soprattutto perché il tempo a disposizione sta finendo e già venerdì Sergio Mattarella potrebbe affidarle l’incarico di formare il governo.
Se per la casella della Giustizia, il presidente di Forza Italia potrebbe non averla spuntata sulla sua alleata, al ministero dell’Università potrebbe arrivare proprio un esponente forzista: Gloria Saccani Jotti, anche se in lizza c’è ancora l’ex capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini, sempre in quota azzurra. Alla Salute, invece, potrebbe andare un tecnico, il nome più è quello di Orazio Schillaci. Ma chi sono i due possibili ministri? Scopriamolo insieme.
Chi è Gloria Saccani Jotti, probabile ministra dell’Università
Il Patto della Scrofa siglato da Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, oltre ad aver suggellato una ritrovata pace tra i due leader del centrodestra (e in tutta la coalizione), ha chiarito quali saranno le tessere del puzzle di governo che verranno affidate ai diversi partiti. Se difficilmente la Lega potrà mettere un suo uomo all’Agricoltura – in pole c’era Gian Marco Centinaio che già aveva ricoperto il ruolo nell’esecutivo gialloverde -, o perlomeno così dicono fonti di Fratelli d’Italia, a Forza Italia spetterà il ministero dell’Università.
Due sono le candidate per il dicastero di via Michele Carcani. Una è la capogruppo uscente al Senato dei forzisti, Anna Maria Bernini, l’altra dovrebbe essere Gloria Saccani Jotti. Se la prima non è sconosciuta ai più, anche perché è una delle fedelissime del Cav, sull’altra non si sa poi così tanto.
Innanzitutto, la deputata è alla seconda elezione in Parlamento. Dopo il primo tentativo (fallito) nel 2008 con la candidatura al Senato nelle liste del Popolo della Libertà, nel 2018 riesce a essere eletta a Montecitorio nella circoscrizione Lombardia 1 al collegio plurinominale. Alle politiche del 25 settembre, invece, è stata candidata all’uninominale, sempre per la Camera, nel collegio di Forlì-Cesena, risultando nuovamente eletta.
Nata a Reggio Emilia il 24 ottobre del 1956, è laureata in Medicina e chirurgia e specializzata in Anatomia patologica, insegna Patologia clinica all’Università di Parma. Dal 2009 al 2013 ha fatto parte del consiglio di amministrazione dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco e dal 2011 fino all’anno della sua entrata in Parlamento è stata membro del cda del CNR, il Consiglio nazionale delle ricerche.
La scelta probabile di metterla al ministero dell’Università e della Ricerca è dovuta al fatto che, nella precedente legislatura, Saccani Jotti facesse parte della commissione Cultura, scienze e istruzione, ed è di quello che si è occupata negli ultimi quattro anni e mezzo, anche con diverse proposte di legge in cui è risultata firmataria o addirittura proponente.
Chi è Orazio Schillaci, il tecnico che potrebbe prendere il posto di Speranza
Di politici pronti a raccogliere il testimone di Roberto Speranza alla guida del ministero della Salute ce ne sono stati tanti, una su tutti Licia Ronzulli, il seme della discordia tra Meloni e Berlusconi. Ora la senatrice è stata acclamata come la nuova capogruppo al Senato di Forza Italia e i giochi nell’esecutivo, per lei, sono ufficialmente tramontati.
Qualcuno, però, dovrà pur occupare la casella, e quindi si pensa a un tecnico. Il profilo designato è quello di Orazio Schillaci, già rettore dell’Università Tor Vergata di Roma e anche lui laureato in Medicina (ma alla Sapienza). È romano, è nato il 27 aprile del 1966 ed è anche specializzato in Medicina nucleare, materia che ora insegna.
Di politica in senso stretto non si è mai occupato, piuttosto è stato un componente di diverse commissioni sanitarie nella regione Lazio e nel ministero della Salute stesso. Nel 2020, il 25 giugno, il suo (forse) predecessore l’ha nominato nel comitato scientifico dell’Istituto superiore di sanità, ruolo in cui ha lavorato fianco a fianco del presidente, Silvio Brusaferro. È anche presidente dell’associazione italiana di medicina nucleare.