Chiara Appendino risulta indagata per il caos in piazza San Carlo a Torino durante la finale di Champions League del 3 giugno scorso. Il sindaco di Torino non ha ancora ricevuto l’avviso di garanzia, atteso probabilmente per la vigilia dell’ormai inevitabile interrogatorio. Si tratta di un «atto dovuto», spiegano i magistrati, in seguito alle tante querele piovute sul Comune e non solo, in seguito alla strage sfiorata durante Juve-Real.
Chiara Appendino non è indagata per la morte di Erika Pioletti ma per lesioni aggravate: i feriti sono stati 1527. Tra loro un ragazzo della provincia di Roma intervistato in esclusiva da NanoPress.
L’inchiesta sul caos di piazza San Carlo si preannuncia lunga e complessa, e sarà arduo per i magistrati risalire ai responsabili. Ci sarà da fare chiarezza anche sulle effettive responsabilità del sindaco Appendino che, dopo aver vinto le elezioni comunali, aveva mantenuto le deleghe alla sicurezza e ai grandi eventi. Proprio i temi principali dell’inchiesta.
Caos in piazza San Carlo: l’inchiesta
Sono decine e decine le querele arrivate sul tavolo della Procura di Torino. Il dito viene puntato contro tutti coloro che, in un modo o nell’altro, erano chiamati a garantire la sicurezza durante la finale in piazza San Carlo. Dito puntato su Turismo Torino, l’ente che ha organizzato l’evento insieme al Comune. Nei giorni scorsi sono stati interrogati presidente e direttore generale dell’ente, che rischiano di finire nel filone principale dell’inchiesta, quella sulla morte di Erika Pioletti.
E dito puntato contro il Comune di Torino, e quindi anche contro il sindaco. Contro Chiara Appendino ci sarebbe in particolare la querela di un ferito, un ragazzo che si è rotto il femore, che avrebbe accusato il Comune di non aver assicurato l’incolumità delle persone accorse in piazza. Perché, ad esempio, non è stato concretamente impedito ai venditori abusivi di circolare indisturbati, vendendo bibite in bottigliette di vetro? Lo stesso vetro che poi ha provocato il ferimento di centinaia di persone durante la calca.
Chiara Appendino chiosa: «Io non ho ricevuto nulla». Probabilmente riceverà l’avviso di garanzia il giorno prima dell’interrogatorio come persona informata sui fatti. «Un atto dovuto», sottolinea la Procura. Almeno per ora.
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