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E’ anoressica, secondo alcuni, la fashion blogger Chiara Biasi. Il dubbio viene, soprattutto a guardare le tante foto di lei, ‘magra’, su Instagram. Almeno così ama definirsi. Taglia trentotto e, ogni giorno, davanti ad una potenziale platea di circa un milione di persone, distribuisce sui social network consigli di moda e di lifestyle. Lo fanno in tanti, dare consigli in Rete sullo stile di vita, ma il suo rischia di diventare un caso singolare perché, Chiara Biasi, sembra difendere a tutti i costi la sua ‘magrezza’. Sta bene, dice, e questo le basta.
‘Curatevi, perché quelli con problemi siete voi’. Non ce la fa più, Chiara Biasi, inondata dalle critiche dei fans che, in sostanza, l’accusano di seguire un modello di eccessiva magrezza, sempre più spesso accostato da quest’ultimi ad un forma di anoressia. Lei, però, non ci sta e replica, a metà tra il fastidio e la ribellione e lo fa in un’intervista rilasciata a Selvaggia Lucarelli de Il Fatto Quotidiano:
‘Basta fare i dottori – dice a chi le si scaglia contro. ‘Iniziate a fare gli psicologi e a smetterla di lasciare commenti senza un minimo di tatto o addirittura con insulti’ afferma. Cosa il suo corpo dice di Chiara Biasi, almeno per il momento, sembra passare in secondo piano. Ciò che è centrale, tra mille pro e altrettanti contro, è la polemica in salsa social che si consuma nel mondo (non sempre così condivisibile) dell’accusa e della difesa. A volte è necessario guardare nel mezzo, cogliere le sfumature.
‘Sei troppo magra’, le dicono oggi, fa sapere stesso lei. Probabilmente si tratta degli stessi che non molto tempo fa, quando ha messo circa cinque chili ‘per un problema ormonale’, le dicevano pure ‘sei ingrassata’. Alla fine, però, la fashion blogger ha sbottato e ha commentato così gli attacchi rivolti alla sua persona, soprattutto da chi la segue quotidianamente nel Web:
‘Sono magra – dice – è il mio fisico, ma sto bene. Sono felice professionalmente e personalmente. Dormo, mangio molto, sono piena di energia’. E aggiunge che ‘non voglio influenzare chi mi segue’. Ne rivendica il diritto, come se online – influenzare o meno – fosse una scelta sempre orientabile.
Infine, è forse opportuno cercare di fare chiarezza, ponendo attenzione ai termini usati e a confrontarsi il più correttamente possibile con un tema decisamente complesso come quello dei disturbi del comportamento alimentare e dei disturbi psicologici legati alla sfera del corpo.
Più di recente, infatti, a preoccupare molto è stato il proliferare incontrollato dei cosiddetti Blog Pro Ana che promuovono uno stile di vita, o meglio la filosofia della Dea Ana appunto, nei quali sempre più spesso ‘viene ostentata, affermata, una scelta di vita, negando il rischio, il disagio, cercando, invece, una legittimazione attraverso una sfida: quella del diritto ad essere ‘anoressica’, sfida lanciata alla società, della quale la rete è il rappresentante’ (tratto da Anoressie Contemporee di G.Margherita, F.Angeli, 2013, p.14).